Rampa Nunziante, dopo 5 anni i parenti quasi soli nel dolore: “Non passerà nemmeno fra 100 anni”
Inconsolabile la mamma di Anna Duraccio. L'omelia di don Ciro è una dura accusa: "Un'ingiustizia che si è palesata sempre di più"
07-07-2022 | di Rosanna Salvi
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Otto vite innocenti spazzate via da una pioggia cemento. A cinque anni dalla strage di Rampa Nunziante Don Ciro Cozzolino, referente del presidio Libera, ha celebrato presso la Trinità di Torre Annunziata la messa in suffragio per ricordare le vittime del crollo. Poco meno di un centinaio di persone, tra cui in particolar modo i parenti e gli amici della famiglia Guida-Duraccio, non hanno voluto far mancare la propria presenza.
“Ama il prossimo tuo come te stesso. Questo precetto cattolico è stato calpestato e distrutto dai fautori della strage. Chi ha agito non ha mostrato nessun pentimento, mai una richiesta di perdono”.
Durissime le parole di Don Ciro Cozzolino pronunciante durante l’omelia. L’intervento del referente di Libera racchiude l’amarezza e la delusione dell’intera comunità torrese, ancora sconvolta da una tragedia che poteva essere evitata.
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“Non potevamo fare finta di nulla perché questa è stata un’ingiustizia che in questi cinque anni si è andata sempre più palesando. Abbiamo assistito ad altre tragedie come gli omicidi di Maurizio Cerrato, Antonio Morione e Giovanni Guarino. La radice è sempre la stessa. Lo stesso albero marcio da cui siamo costretti a raccogliere frutti amari”.
Il referente di Libera ha sottolineato la natura colposa del crollo, riportando le motivazioni della sentenza in primo grado emessa poco meno di un anno fa.
“Chi ha agito lo ha fatto per imperizia, imprudenza e totale ignoranza, in spregio delle regole dell’edilizia e di sicurezza, perseguendo solo il proprio interesse economico eseguendo lavori che mai avrebbero potuto essere autorizzati”.
Successivamente si è formato un piccolo corteo che si è diretto dinanzi alla palazzina della disgrazia per accendere il cero della giustizia. Inconsolabile la signora Maddalena Fraschetta, mamma di Anna Duraccio, che ogni anno è costretta a provare un dolore impossibile da spiegare. “Passeranno cento anni, ma farà sempre male” ha urlato più volte mentre veniva consolata dai suoi cari.
Il prossimo appuntamento per la verità è per il prossimo 23 gennaio, quando alla Corte d’Appello di Napoli prenderà il via il secondo grado di giudizio.
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