“Per noi non potrà mai esserci un lieto fine”. Il 7 luglio non sarai mai più un giorno come gli altri a Torre Annunziata. Alle 6,25 di quattro anni fa crollò una palazzina in via Rampa Nunziante. A perdere la vita otto persone, tra cui due bambini. Da quel giorno è cominciato il calvario da parte dei parenti delle vittime che cercano giustizia.

Il prossimo 21 luglio è prevista la sentenza di primo grado per le quindici persone coinvolte, a vario titolo, nel procedimento che si sta tenendo al tribunale di Torre Annunziata.

Oggi ci sarà la messa in suffragio in villa Parnaso, con successivo corteo che depositerà il cero della giustizia all’esterno della palazzina della disgrazia.

Un momento particolare anche per Alfredo Duraccio, che in quel giorno ha visto andare via per sempre la sorella Anna, il cognato Pasquale Guida e i nipotini Francesca e Salvatore.

Con commovente post su Facebook ha voluto esprimere il suo pensiero.” Tutta la citta aspetta la sentenze e le condanne come un lieto fine. Da quel cancello ho visto i miei cari uscire in sacchi neri. Ad ogni ricorrenza in solitaria mi reco in quel posto dove ho vissuto le 24 ore più disgraziate della mia vita. Ricordo bene quando, nel bel mezzo della notte, ho dovuto anche indicare l'ubicazione della stanza dei miei nipoti.

Ogni indagato ha professato la sua innocenza e chiesto al giudice di non aggiungere tragedia a tragedia. Da uomo libero ho cercato di non farmi influenzare ed ascoltare e analizzare quello che le difese, l’accusa e gli indagati dichiaravano.

Per ora posso dire solo che qualunque sia il verdetto, qualunque condanna, qualunque assoluzione, per questa tragedia per noi non potrà mai esserci un lieto fine”.

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