Nuova udienza per il processo sul crollo di Rampa Nunziante. Una seduta rapida durata poco più di due ore durante la quale sono stati ascoltati solamente due testimoni rispetto ai cinque in programma. A parlare davanti al giudice Francesco Todisco sono stati Maddalena Fraschetta e Carlo Duraccio, genitori di Anna, morta assieme al marito Pasquale Guida, e ai figli Francesca e Salvatore.

Per gli altri tre teste in programma il pubblico ministero Andreana Ambrosino, d’accordo con le difese degli imputati, ha chiesto l’acquisizione dei verbali redatti durante le indagini. Si tratta di Raimondo Castellano e Laura Cassese, rispettivamente direttore e impiegata presso la filiale cittadina del Banco di Napoli  e Vincenzo Di Ruocco, operaio addetto allo scarico dei materiali di risulta dei lavori nell’appartamento al primo piano di Marco Chiocchetti.

Nel corso della sua deposizione Maddalena Fraschetta non è riuscita a trattenere le lacrime nel ricordare ciò che accadde il giorno prima del crollo della palazzina. “Verso le 18:45 Anna mi telefonò lamentandosi dei lavori al piano inferiore. Mi disse che non riusciva a chiudere i balconi e che c’erano delle crepe nei muri. Più tardi parlai con Pasquale (Guida, ndr) che mi disse di non preoccuparsi e che mia figlia aveva avuto come al solito una reazione esagerata”.

Durante il controesame da parte dell’avvocato Giuseppe Della Monica sono emersi dei particolari riguardanti il giardino situato al secondo piano, in corrispondenza dell’appartamento di Gerardo Velotto. “Era su tre livelli, con un muretto che divideva il terrazzo, dov’era posta un’altra abitazione. Una quindicina di giorni prima della tragedia mia figlia mi fece affacciare e vidi che era tutto un unico livello, con il muretto lato parcheggio Nettuno che non c’era”.

Successivamente è stato il turno di Carlo Duraccio, che ha parlato dei rapporti tesi della figlia Imma e del marito con Gerardo Velotto e di una promessa fatta da Roberto Cuomo, proprietario degli appartamenti al terzo piano, alle sue figlie. “Disse che non appena andava via Salvatore Iorio avrebbe diviso l’appartamento, dando ad ognuna una stanza”.

Infine la prossima udienza, prevista inzialmente per l'8 maggio, è stata rinviata al 15 maggio.

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