Rampa Nunziante, l’ingegner Cirillo: 'Al secondo piano lavori avventati. Crollo causato da crisi puntelli'
Il teste, presentato dalla parte civile della famiglia Cuccurullo, discorde con l’analisi del perito Augenti
11-12-2019 | di Gianluca Buonocore
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“Non sono concorde con la tesi del professor Augenti sulla causa del crollo della palazzina”. Ha esordito così Santolo Cirillo, che ha testimoniato questa mattina al processo di Rampa Nunziante.
L’ingegnere strutturista si è seduto al banco come teste presentato dalla parte civile della famiglia Cuccurullo, rappresentata dall’avvocato Gennaro Bartolino.
Nel corso della sua audizione ha raccontato in maniera esaustiva ciò che è accaduto la mattina del 7 luglio 2017. “E’ fuori dubbio che l’edificio avesse subito un fenomeno di cedimento per effetto di comportamenti avventati. A mio parere, però, c’è stata la crisi di due puntelli posizionati sotto le piattabanda nell’appartamento al secondo piano. Di questi due, uno era particolarmente caricato”.
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Il professor Nicola Augenti, nella sua valutazione, aveva parlato dello schiacciamento del maschio murario numero 3. L’ingegnere Cirillo ha sottolineato le differenze rispetto a quanto descritto dal perito della procura. “Sono giunto a questa conclusione sia per la deformazione che avevano assunto i puntelli, che dalle testimonianze degli abitanti del palazzo che non hanno avvertito rumori nei giorni precedenti alla tragedia. Si è così creata una crisi da carico di punta”. Un equilibrio precario insomma, secondo l’ingegnere, che poteva saltare “anche con il peso di un uccellino”.
Il teste ha anche parlato della riunione che si era tenuta la sera del 6 luglio. “Era impossibile capire la situazione in poco tempo. Il crollo infatti è avvenuto almeno 4-5 giorni prima. Solo chi aveva vissuto i lavori in precedenza poteva avere chiara la situazione”.
Infine sul problema degli infissi che non si chiudevano ha aggiunto. “Il fenomeno rappresenta solo che in quel momento c’è stato un leggero cedimento delle murature di quel piano. Ma niente più di questo”.
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