Murato il palazzo della morte dopo quasi otto anni. Un’immagine di morte e distruzione che non andrà mai più via da chi ha assistito a quella tragedia, in cui morirono otto persone, delle quali due bambini, vittime innocenti, come le altre, di un crollo che ha devastato un’intera comunità. Ora, a distanza di quasi 8 anni dalla tragedia di Rampa Nunziante, quel palazzo è stato definitivamente chiuso, murato con mattoni e calce.

Una decisione maturata non solo a causa della preoccupazione degli abitanti del palazzo adiacente, ma anche per i problemi legati alla sicurezza dell’edificio. Dal 7 luglio 2017 quelle mura sono in stato di abbandono totale. Ieri mattina i tecnici hanno sigillato l’area, ora interdetta definitivamente al pubblico.

Si entra in quel palazzo e ovunque ci sono rifiuti di ogni genere. Cumuli di immondizia, carte, sigarette, perfino uno scooter di grossa cilindrata lasciato lì chissà quando da chissà chi. Tutti gli accessi al giardino sono ricoperti da macerie, quelle stesse che hanno inghiottito quel maledetto giorno le otto vittime del crollo.

E ora, con l’avvicinarsi della stagione estiva, ora si dovrà pensare a come recuperare la viabilità di Rampa Nunziante, snodo cruciale per la discesa sul lungomare oplontino dalle vie del centro cittadino.

“La situazione era diventata complicata e abbiamo raccolto le preoccupazioni dei residenti – ha spiegato il sindaco di Torre Annunziata Corrado Cuccurullo -. Stiamo lavorando alla riqualificazione della Rampa, arteria fondamentale nella viabilità cittadina. Non possiamo lasciare quel rudere in piedi per sempre. Lo dobbiamo alle otto vittime che quella maledetta mattina del 7 luglio 2017 hanno perso la vita. Li ci dovrà essere altro”.

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