Rampa Nunziante. Schettino: “Chi ha cancellato i file si assuma responsabilità”
L’avvocato ha chiesto l’assoluzione per Nello Manzo: “Quel giorno impegnato a scavare a mani nude tra le macerie”
28-04-2021 | di Marco De Rosa
VERSIONE ACCESSIBILE DELL'ARTICOLO
“Chi ha fatto sparire i grafici di Rampa Nunziante dal pc di Nello Manzo se ne assuma la responsabilità. Lui di certo non l’ha fatto, ha passato tutto il giorno a scavare a mani nude tra le macerie, nella speranza di trovare superstiti”. L’avvocato Francesco Schettino ha ripercorso in aula il 7 luglio 2017, un giorno che ha sconvolto la comunità di Torre Annunziata. Otto persone, tra le quali 2 bambini, che hanno trovato la morte in quella tragedia.
Oggi, nell’aula Siani del tribunale di Torre Annunziata, l’avvocato ha spiegato la posizione di Nello Manzo, tra i principali imputati. Su di lui pende una richiesta di condanna di 13 anni, ma lui ne ha chiesto l’assoluzione. L’architetto, proprietario degli appartamenti siti al quarto piano, è stato definito dalla pm Andreana Ambrosino, nel corso della sua requisitoria, “l’uomo che aveva assunto di fatto la direzione dei lavori al secondo piano ed era materialmente dietro le spalle di Massimiliano Bonzani in tutte le vicende del palazzo”.
Torre Annunziata, 'incandidabili' ex sindaco e sei dei suoi: al via il processo
Attesa intanto per il ricorso al Tar dell'8 marzo
Una tesi respinta al mittente dall’avvocato Schettino: “Manzo è totalmente estraneo ai fatti – ha spiegato nella sua arringa, durata oltre un’ora -. Si è parlato di una collaborazione con Massimiliano Bonzani, ma in realtà erano su due pianeti diversi. Anzi, tra di loro c’era un astio, dovuto a contrasti di natura economica e per la loro presenza nello stesso campo professionale”.
L’avvocato ha poi insistito sui segni premonitori del crollo: “Nemmeno il professore Augenti ha saputo dare una tempistica esatta delle crepe pericolose che avrebbero dovuto allarmare gli abitanti del palazzo. Tra questi anche Cuccurullo, le cui capacità professionali sono state sminuite nonostante la sua esperienza ultradecennale. Soltanto chi ha eliminato il tramezzo poteva capire dal rumore della rottura se si fosse trattato di un sostegno per l’edificio”.
Attaccato anche Mario Minichini, il supertestimone della procura: “Ha mentito. Ha ricostruito un incontro tra Lafranco e Manzo in un bar della città. Un collaboratore ‘origlione’ che ha finito per speculare nonostante le sue condanne per calunnia e per i suoi problemi mentali. Impossibile pensare che si tratti di un testimone attendibile”.
Sondaggio
Risultati
Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"