Un latitante beccato mentre intasca il reddito di cittadinanza. Una donna invece percepisce il reddito, gioca on line 300mila euro e viene assolta. Sono le due storie legate al reddito di cittadinanza che ci consegna questo fine settimana.
Due vicende distinte ma che ancora una volta sottolineano la necessità di rivedere una misura che, pensata per aiutare i più deboli, è diventata bancomat per criminali e furbi. Naturalmente a discapito di lavoratori e imprese che pagano regolarmente le tasse.

Il primo episodio è accaduto a Napoli. 5 anni, 4 mesi e 27 giorni. E' il conto degli anni di reclusione che il tribunale di Firenze aveva attribuito al 45enne napoletano Massimo Buonavita. Una pena mai eseguita perché Buonavita si era reso irreperibile ed è stato poi dichiarato latitante. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli non hanno mai smesso di cercarlo: hanno monitorato i social e i suoi movimenti finanziari.

E proprio dal suo estratto conto i militari hanno scoperto che era beneficiario del reddito di cittadinanza. Non solo. "Qualcuno" prelevava sistematicamente l'intera somma accreditata, poco dopo il bonifico. Il giorno dell'accredito i militari si sono appostati nei pressi dell'ufficio postale. Buonavita si è presentato all'ingresso delle poste di Via I Maggio, nel comune di Giugliano ed è stato arrestato.

L'altra storia invece arriva dalla provincia di Avellino. Il "reddito è cosa diversa dal gioco" e dunque il fatto non sussiste. Con questa motivazione il tribunale di Avellino ha assolto una 37enne residente nel capoluogo irpino che dal 2019 percepiva il reddito di cittadinanza nonostante nello stesso anno avesse movimentato con carte prepagate una somma di trecentomila euro su tutti i tipi di scommesse e giochi on line.

L'accanita giocatrice, che nel frattempo ha rigiocato e perso tutte le somme vinte, aveva contestualmente percepito 12.600 euro dall'Inps.
La tesi sostenuta dall'avvocato Danilo Iacobacci, difensore della donna, secondo la quale le vincite provenienti da giochi non costituiscono reddito è stata accolta dal collegio giudicante presieduto da Sonia Matarazzo, a latere Pierpaolo Calabrese e Michela Eligiato, che ha assolto l'imputata dal reato di acquisizione fraudolenta di erogazioni pubbliche. Resta in discussione la restituzione, come chiede l'Inps, delle somme percepite con il reddito di cittadinanza. Forte della sentenza dei giudici di Avellino, la donna, difesa in sede civile dall'avvocato Fabiola De Stefano, ha presentato opposizione.

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