Quanto è lontana la Puglia: nella regione in cui stravince Emiliano, nessuno dei cosiddetti “impresentabili” è stato eletto. Cosa che, invece, non è accaduta in Campania dove molti “impresentabili” sono, invece, arrivati in consiglio. E mentre il Movimento Cinque Stelle ha già preparato un esposto in Procura contro De Luca, a dare man forte all’ex sindaco di Salerno arriva il primo cittadino di Napoli, De Magistris. 

Cambiare la Legge Severino "per evitare tensioni istituzionali e cesure tra la volontà popolare e delle leggi ordinarie che danno aspetti discutibili". Questo l'invito del sindaco di Napoli, alla luce del risultato delle regionali che hanno visto la vittoria di Vincenzo De Luca su cui pende la Legge Severino e la decisione della Cassazione che ha investito il Tribunale ordinario e non la giustizia amministrativa della decisione relativa al ricordo sulla sospensione. "Questo voto - ha detto de Magistris - dimostra che ci sono aspetti della legge Severino che vanno cambiati perché se è vero che il suo impianto è condivisibile, tuttavia ci sono aspetti da rivedere perché altrimenti si creano tensioni istituzionali forti e si rischia di creare una cesura tra la volontà, la sovranità popolare, i diritti attivi e passivi dell'elettorato e delle leggi ordinarie che hanno aspetti discutibili". 

Intanto fioccano le polemiche sull’importanza dei voti di Cosentino e De Mita per la vittoria di De Luca. "Mi arrabbio se dite che la nostra lista è cosentiniana? Sì, perchè i nostri 35 mila voti sono tutti sudati, uno a uno e Cosentino, al quale sono sempre legato da un forte rapporto umano, è politicamente finito". Vincenzo D'Anna, senatore del Gal dopo aver lasciato Forza Italia per i profondi dissensi con il vertice del partito, giudica un successo il risultato elettorale della lista "Campania in rete" che ha conquistato un seggio appoggiando il neo presidente Vincenzo De Luca. Della lista si è parlato moltissimo in questa campagna elettorale, proprio perchè ritenuta ispirata dall'ex sottosegretario del Pdl, ora detenuto con l'accusa di collusioni con il clan di camorra dei Casalesi. "Io e pochi altri continuiamo a svolgere opera di sostegno morale nei confronti di Cosentino vittima della carcerazione preventiva. Ma nient'altro. Il vero problema - spiega D'Anna - è che non ha lasciato eredi e la classe dirigente esistente, da Caldoro a Martusciello, da Paolo Russo a De Siano, ha solo sfruttato la sua grande capacità organizzativa e di raccogliere consensi". 
Nel mirino di D'Anna c'è poi Francesca Pascale. "Buona parte dei guai del partito in Campania - sostiene - sono dovuti alla sfrontatezza di Berlusconi di affidarsi a una persona a lui cara ma che non ha alcuna capacità politica, non ha un vissuto in questo senso. E' lei invece che ha scelto tutta la classe dirigente del partito". Dei suoi 35 mila voti, "Campania in rete" ne ha ottenuto 12 mila in provincia di Caserta, storico terreno elettorale dell'ex coordinatore regionale del Pdl. D'Anna, ritornando sull'argomento, insiste nel "respingere al mittente l'ennesima mistificazione che attribuisce ai componenti della nostra lista il termine 'cosentiniano' consapevole come sono - aggiunge - che ho potuto contare solo sulle mie forze e su quelle degli amici Arturo Iannaccone ed Antonio Iervolino, in uno con tutti i 50 candidati della lista. Il nostro seggio è frutto unicamente del nostro onesto e trasparente lavoro svolto sui territori, fianco a fianco con i cittadini". Non esistono, allora, i cosentiniani in Campania? "Guardi, finita la vittoriosa stagione politica di Nicola Cosentino, è giunto finalmente il momento di mandare a casa i veri 'cosentiniani', ovvero Stefano Caldoro e tutti coloro che, con i voti di Nicola Cosentino, sono assurti alle massime cariche politiche e regionali". Per una volta, comunque, D'Anna si dice d'accordo con Caldoro. "Ha ragione quando dice che i nostri voti e quelli dell'Udc di De Mita si sono rivelati fondamentali nel determinare lo scarto che ha poi consentito a Vincenzo De Luca di vincere la sua battaglia”.

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