Regionali, le due facce del PD: vince sulla costa, cede il passo nel vesuviano
Tra i comuni al confronto emergono le peculiarità di un partito. Diviso tra azione amministrativa e governance politica
04-06-2015 | di Raffaele Perrotta
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Se la sfida tra De Luca è Caldoro, almeno nella provincia sud di Napoli, non ha riservato colpi di scena, anche il Partito Democratico si è caratterizzato per un trend altalenante, passando dall’essere il primo partito in quasi tutta la fascia di costa, al vedersi sorpassare dal centrodestra nei comuni più interni o dai 5 Stelle in pochi altri comuni.
L’analisi dei maggiori riferimenti cittadini del Partito ha risparmiato l’azione politica del gruppo dirigente ma, in alcune città, ha condannato senza appello la condotta amministrativa del governo comunale.
CASTELLAMMARE DI STABIA. “Se si fosse trovato un candidato Dem di Castellammare, l’avrei sostenuto”. È l’estrema sintesi, dettata da Antonio Pannullo, ex capogruppo consiliare del PD nella passata consiliatura che, chiuse le elezioni guarda al governo cittadino.
“In città hanno vinto tutti – dice – I riferimenti dei consiglieri e del gruppo dirigente adesso siedono in consiglio regionale”. Ma il problema maggiore è rappresentato dal governo cittadino, la cui maggioranza era, è il caso di dire dopo gli ultimi eventi, di centrosinistra. “Con il voto di ieri al bilancio, passato con il sostegno del centrodestra, il sindaco Cuomo ha definitivamente rotto con la sua maggioranza, di cui alcune forze erano già state emarginate. Il primo cittadino non può andare avanti come uomo solo al comando. Di questo passo – sentenzia – non farà molta strada”.
PORTICI. Da un lato all’altro della provincia sud di Napoli la musica non cambia. Il problema resta l’amministrazione comunale anche per Amedeo Cortese, giovane segretario del circolo cittadino del PD, che dice: “Il voto di domenica ha certificato, nonostante non c’è ne fosse bisogno, un’anomalia che è impossibile da spiegare. I due candidati, tra i più rappresentativi in città, Farroni e Iacomino, guidano due coalizioni agli antipodi, il primo del centrodestra e l’altro di sinistra, ma si ritrovano nella stessa compagine amministrativa”.
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Governo cittadino a parte, i Democratici sono usciti secondi, subito dietro il Movimento 5 Stelle. “In città avevamo 3 candidati forti, per questo abbiamo perso qualche punto percentuale. Ciò nonostante, abbiamo ottenuto il 5% in più rispetto alla media provinciale”.
TORRE DEL GRECO. Scendendo lungo la costa, la città del corallo ha dato la prima vittoria sul mare a Caldoro. Un dato importante riguarda sicuramente l'exploit di Gino Cimmino: all'ex segretario provinciale del partito sono arrivati in città 571 voti. Dato non di poco conto se si pensa che a sostenere Cimmino era soltanto Clelia Gorga, consigliere comunale del Pd a Torre del Greco.
Raffaele Topo, ad esempio, ha incassato 300 preferenze pur sostenuto da pezzi importanti del partito. Settecento invece i voti arrivati a Gianluca Daniele per il quale si è mobilitata l'intera Cgil, 900 le preferenze a Mario Casillo (recordman in regione) che a Torre del Greco conta su un gruppo molto numeroso e potente.
“Abbiamo comunque ottenuto un buon voto di lista”, ha detto Antonio Cutolo, reggente del Partito, che però non si fa illusioni: “La città è sempre stata moderata ed il voto di coalizione ne è la dimostrazione. Adesso, tramite la nostra eletta al consiglio regionale, porteremo avanti battaglie importanti quali quelle sulla sanità e sui trasporti”.
TORRE ANNUNZIATA. “Nonostante la vicenda elettorale sia stata percorsa dalle questioni nazionali, penso al caso della Bindi, nonostante vi fossero forti candidati locali nel centrodestra, il Partito è ancora la prima forza”. È il commento del capogruppo in consiglio comunale del Partito Democratico, Lello Ricciardi che specifica: “Il risultato più significativo è di NCD dove, però, è scattato il meccanismo di candidatura locale”.
Il voto a Torre Annunziata è in linea con le altre città della costa, dove ha prevalso De Luca ed il PD è uscito indenne dalle urne. Il rapporto tra voto ed amministrazione, secondo Ricciardi, “non può essere confuso. Non vedo alcun nesso tra le regionali ed il governo cittadino. La verifica l’avevamo annunciata già l’anno scorso, è una sorta di giro di boa ad un anno dall’azione della nuova giunta. Quando la faremo – conclude - terremo conto della formazione di una coalizione di centrosinistra”.
POMPEI. Nel solco dei dirigenti critici all’azione amministrativa si inserisce anche Carmine Lo Sapio che al sindaco Nando Uliano dice: “Convive ogni giorno con la sua confusione. Non è stato chiaro in campagna elettorale dove, contrariamente a tutti gli altri suoi omologhi, ha presenziato tranquillamente ad incontri del centrodestra. Il suo atteggiamento, forse, risponde alla sua compagine consiliare che, per la maggior parte, ha sostenuto Caldoro”.
Secondo l’esponente della direzione metropolitana del Partito Democratico, “per liberare e rilanciare la città, ritengo che questa amministrazione vada messa in minoranza per poi andare alle elezioni. Sul fronte del partito cercherò di lavorare fin dai prossimi giorni per andare ad un congresso che non sia una conta ma che serva a dettare la linea politica cittadina”.
POGGIOMARINO. A sintetizzare il voto del basso vesuviano è il vicesindaco di Poggiomarino, Giuseppe Annunziata. Nella zona, come nel comune degli scavi di Longola, ha prevalso il voto a Caldoro e lo stesso PD non è uscito bene, nonostante le buone performance di alcuni esponenti come Mario Casillo che hanno raccolto grandi consensi.
“In città avevamo l’anomalia del candidato locale sul quale sono giunti consensi anche da elettori storicamente del centrosinistra. De Luca, fatta eccezione per lo stesso Casillo, non aveva forti candidati sul territorio”.
Per quanto riguarda l’azione amministrativa, Annunziata non ha dubbi: “Scontiamo un po’ di ritardo ma abbiamo messo in cantiere opere che cambieranno il volto della città. Anche per questo motivo – conclude – non prevedo grossi sconvolgimenti nel partito e nel governo cittadino”.
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