Folla e applausi per il premier Matteo Renzi, giunto ad Ercolano per un incontro sul al referendum. Il Museo archeologico virtuale (Mav), sede dell'appuntamento, si è subito riempito e gli organizzatori hanno allestito per il pubblico una seconda sala al piano superiore con schermo tv. In sala, tra gli altri, il sindaco Ciro Buonajuto, la segretaria regionale del Pd Assunta Tartaglione e il vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola.

Subito una stoccata al Movimento 5 Stelle: “Avete visto i Cinque stelle, che sono stati forse i primi a contestare il sistema? Alcune cose non erano mica sbagliate, ma entrano nel palazzo e diventano peggio degli altri. Quando sono fuori urlano onestà onestà, poi arrivi e scopri che copiano le firme, falsificano le firme. Si tratta di moralismo a giorni alterni - ha aggiunto - se gli altri prendono un avviso garanzia dicono infame, venduto mafioso; se è uno dei tuoi allora 'poverino, ha sbagliato, c'è presunzione di innocenza'. E' un atteggiamento incomprensibile".

Poi si è soffermato sulle potenzialità turistiche ed economiche, non solo di Ercolano ma anche di Pompei: “Quante occasioni abbiamo perso, com'è successo a Pompei, che era diventato il luogo dove le cose non andavano: ma ora siamo ripartiti e Pompei, Ercolano, sono diventati un orgoglio nazionale. Siamo arrivati a tre milioni di visitatori e stiamo ancora investendo".

Infine, passaggio quasi obbligatorio sulla Buona Scuola: “Abbiamo messo tre miliardi di euro in più sulla scuola, ma abbiamo sbagliato qualcosa, anzi parecchio. Perché se dopo anni di tagli metti tre miliardi e fai arrabbiare tutti, o quasi tutti, evidentemente qualcosa non ha funzionato. Riuscire, dopo tre anni che nessuno metteva soldi, a mettere soldi, ad assumere centomila persone a tempo indeterminato e a farli arrabbiare tutti significa che non siamo stati bravi abbastanza. Però - ha poi detto Renzi rivolgendosi a una donna del pubblico che si era lamentata del taglio delle insegnanti di sostegno - la differenza tra noi e quelli di prima è che dopo anni in cui tutti stanno alla finestra urlando e lamentandosi, noi stiamo cercando di rimettere in moto il Paese e stiamo per la prima volta proponendo ai cittadini ad andare a cambiare riprendendosi sovranità e responsabilità. Nessuno ha la bacchetta magica, però se ce la mettiamo tutta, questo Paese può cambiare davvero", ha concluso il premier. 

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