“Il fiume Sarno ha dimostrato una grande capacità di autodepurazione, ma contro di lui agiscono fattori altamente inquinanti. Se non ci completa il collettamento di tutti gli scarichi e non si puniscono i responsabili di quelli illegali, non potremo mai parlare di riconversione ambientale”.

Questo il messaggio lanciato da Franco Matrone di Zero Waste Italia, Antonio Giannattasio del direttivo di Legambiente Campania e Orfeo Mazzella del Comitato Gente del Sarno.

Con il forum de LoStrillone dedicato al fiume Sarno, è stato approfondito assieme a tre esperti del settore il discorso dell’inquinamento ambientale di tutto il bacino idrografico del Sarno.

Nel corso dell’approfondimento è stata focalizzata l’attenzione sulla riconversione dei cicli produttivi, ormai non più sostenibili, come l’industria conciaria, tenendo ben presente che fin quando non si avrà un collettamento fognario completo di tutti i comuni non si potrà procedere al disinquinamento.

Anche i cittadini hanno più volte manifestato e sensibilizzato le istituzioni sull’inquinamento ambientale prodotto, specialmente alla foce del fiume, tra i comuni di Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, diventati ormai come una gigantesca pattumiera a cielo aperto.

I due mesi di lockdown dovuti al coronavirus, però, hanno restituito un’immagine più edificante del fiume Sarno e hanno fatto capire che qualcosa può essere fatto: oltre alla polizia idraulica serve attività di prevenzione e più autorità da parte delle istituzioni.

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