Rifiuti speciali smaltiti illecitamente avvelenando l'ambiente. Sequestrati tredici laboratori tessili abusivi nel Napoletano. Ad eseguire il decreto emesso dalla Procura di Torre Annunziata i carabinieri del nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale di Napoli che, insieme alle strutture, gestite da persone di nazionalità cinese, hanno anche sequestrato 210 attrezzature per attività tessile e un'autovettura in uso a due italiani per effettuare lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali derivanti dagli opifici. Il provvedimento scaturisce da un'articolata attività investigativa delegata dalla Procura alla polizia giudiziaria nell'ambito della prevenzione e repressione in materia di gestione dei rifiuti speciali illecitamente smaltiti nei comuni della Terra dei fuochi.

Le indagini hanno avuto inizio lo scorso mese di luglio quando, grazie all'utilizzo di una telecamera nascosta, si era accertato che a Poggiomarino, una persona giunta a bordo di un'auto aveva smaltito illecitamente diversi sacchi di plastica nera contenenti scarti della lavorazione tessile in strada. Con successivi pedinamenti, anche con l'ausilio di sistemi satellitari Gps, hanno permesso di individuare l'esistenza di tredici laboratori tessili abusivi tra Poggiomarino, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Ottaviano e Sarno, i cui gestori facevamo ricorso sistematico a due cittadini italiani per smaltire illegalmente i rifiuti prodotti, che venivano abbandonati sul territorio.

''Grazie alla verifica incrociata presso i competenti uffici - spiega il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso - nonché presso la società fornitrice di energia elettrica, è emerso che i laboratori tessili sottoposti a sequestro sono totalmente abusivi, in quanto ubicati in immobili locati ad uso abitativo e privi delle necessarie autorizzazioni amministrative per l'esercizio dell'attività''. Le indagini hanno consentito di accertare non solo che gli indagati alimentava discariche abusive già esistenti, ma anche che avevano ''realizzato'' nuovi siti di smaltimento illecito, posti in zone periferiche, spesso a vocazione agricola. Ben 27 gli episodi di smaltimento illecito documentati nel corso delle indagini. ''Il sequestro d'urgenza - conclude Fragliasso - si è reso necessario al fine di impedire la reiterazione delle condotte illecite e l'ulteriore aggravamento della compromissione ambientale dei territori interessati dagli sversamenti abusivi dei rifiuti speciali''. 

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