Rifiuti, il Presidente del Tribunale Bobbio: “Campania ‘pattumiera’ per connivenze tra clan e politica”
L’affondo al convegno dei Giornalisti su ‘Comunicare la legalità’. Il Questore Marino: “Parlarne è un segnale. Dieci anni fa si negava la Mafia”
13-11-2015 | di Salvatore Piro
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Portici. “Combattere la camorra e diffondere la legalità è compito di tutti. Una corruzione da 60miliardi di euro l’anno e le connivenze tra clan e funzionari pubblici hanno fatto della Campania la pattumiera d’Italia. I nostri figli, oggi, rischiano di avvelenarsi con i prodotti della nostra Terra: contaminata dai rifiuti tossici”. E’ l’amara riflessione del Presidente del Tribunale di Torre Annunziata, Oscar Bobbio, intervenuto stamattina al convegno “Comunicare la Legalità”, organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Campania nell’aula magna del Dipartimento di ‘Agraria’ alla Reggia di Portici.
Alla tavola rotonda sul delicato compito del cronista in terra di camorra, dopo gli onori di casa fatti dal sindaco di Portici Nicola Marrone, dal Presidente dell’ODG Campania Ottavio Lucarelli e da quello dell’associazione culturale “Prometeo”, Francesco Manca, Bobbio chiama la società civile a convertirsi: “La criminalità – continua – si sconfigge non solo col lavoro dei magistrati. L’Autorità giudiziaria ha bisogno della mano di tutti i cittadini. Altrimenti, si crea un humus fertile di contiguità alle mafie”.
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“La legalità si comunica con i fatti e nella pratica. La sua diffusione non può essere affidata al mero lavoro del cronista – commenta invece il Questore di Napoli Guido Marino - . Un passo avanti già si è fatto, acquisendo la libertà di parlarne. Dieci anni fa si negava l’esistenza della Mafia. Chi parlava di malaffare rischiava la scomunica”.
Dopo l’intervento di Massimo Persotti (responsabile ufficio stampa al Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri), il presidente degli Avvocati di Torre Annunziata, Gennaro Torrese, ammonisce: “Anche gli avvocati potrebbero fare di più. I nostri modelli? Giorgio Ambrosoli e Fulvio Croce, il presidente dell’Ordine di Torino morto ammazzato sulle scale del Palazzo di Giustizia. In Italia siamo 247mila iscritti. Forse, nei grandi numeri, l’Avvocatura ha perso qualità”.
Chiusura del dibattito affidata a Francesco Paolo Casavola, Presidente della Corte Costituzionale dal 1992 al 1995. “Tutti dovremmo chiederci: io sono nella legalità? – così Casavola rivolgendosi agli studenti delle Medie in sala - . Il reale problema della Legge, oggi, è la deregulation. Un proliferare di norme speciali e di settore che hanno solo aggravato l’incertezza del nostro ordinamento. Ecco perché la risposta a quella domanda diventa fondamentale”.
Nella foto un momento del convegno in via Università alla Reggia di Portici
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