Una manifestazione per dire no alla legge regionale che modifica gli ATO, accorpandoli e ridimensionando le competenze dei comuni. È quanto hanno deciso i rappresentanti di una ventina di amministrazioni locali che fanno capo all’ATO3, che si sono riuniti il 27 ottobre nella sala consiliare di Palazzo De Fusco a Pompei.

Da Roccarainola a Lettere, da Marigliano ad Angri, passando per Poggiomarino e Pagani, un unico coro: “L’acqua deve essere gestita dai comuni. Siamo contro questa privatizzazione che avrebbe dovuto portare come benefici l’efficienza e l’economicità ma ci ritroviamo con una situazione fallimentare”.

Ad aprire la discussione l’avvocato Grauso che ha ricordato la vittoria del comitato con la sentenza del Tar che “ha dichiarato nulle le partite pregresse. Ha accolto il nostro dubbio sulla figura del commissario che da statuto avrebbe dovuto durare in carica 6 mesi ma si rinnova di volta in volta”. Il punto cruciale che va cambiato di questa riforma è “l’ATO unico regionale. Se portata avanti si avrà un esproprio di competenze dei singoli comuni”.

Per questo motivo i rappresentati dei comuni, sindaci, assessori e consiglieri, si aggiorneranno su una manifestazione prevista per metà novembre.

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