Alla presenza del Vescovo di Nola, Mons. Beniamino De Palma, il battesimo del progetto occupazionale voluto dal presidente della cooperativa, Luciano Donadio (Movimento civico Insieme per Torre).

"Un seme per la crescita e per il lavoro, in un luogo simbolo di degrado - l'esordio di Donadio alla conferenza tenutasi stasera, nei locali dell'orfanotrofio della Basilica Maria SS. Della Neve - . Ci occuperemo di formare fabbri, artigiani e falegnami, soprattutto giovani ai quali insegnare un mestiere con contratti di apprendistato". 'Rinnovare con Arte' avrà sede nella Parrocchia di 'S. Francesco di Paola', a Torre Annunziata, ed un laboratorio di produzione ai Salesiani, in via Margherita di Savoia. Idea ambiziosa: l'impresa è già iscritta all'albo fornitori del Comune. Presto cercherà di attecchire pure in Provincia, con la collaborazione di Claudio Esposito, vice-presidente di 'Conf-cooperativa' Napoli e tra i relatori della serata.

Dopo i saluti del Rettore della Basilica, Mons. Raffaele Russo "il quartiere non è solo, nonostante la città sia divisa in due", il suo commento, l'intervento del sindaco di Torre Annunziata Giosuè Starita: "Il tempo è cambiato - afferma - il lavoro non può più fornirlo il settore pubblico. In queste zone, spesso, si è pensato al camorrista di turno che supplisse all'assenza delle Istituzioni. La cooperativa è invece un segnale concreto ed insieme un'opportunità da cogliere, proprio come la recente Zona Franca. Purtroppo - aggiunge - Torre avrebbe potuto sfruttarla molto meglio. Ma la cultura collettiva è ancora ferma: qui si rischia poco, non lanciandosi in imprese private".

Incisivo anche l'affondo di don Antonio Carbone, sacerdote scagliatosi, solo 7 giorni fa, contro camorra e corruzione nell'omelia ai funerali di Maria D'Ambrosio, la 37enne morta all'Ospedale di Boscotrecase nel partorire sua figlia Francesca: "Il 23 novembre -  così don Antonio - ricorda alla città due eventi tragici: il terremoto che ha cambiato i nostri destini e la morte di Raffaele Pastore, imprenditore anti-racket. Segni di speranza, come la nascita di una cooperativa sociale, li dobbiamo sopratutto a persone come Raffaele, che ci ha insegnato la ribellione contro chi vuole toglierci la dignità della vita".  

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