Rivelazione di atti coperti da segreto d’ufficio: condannato Antonio Troiano
La sentenza in primo grado. L’ex sostituto commissario in aula durante la pronuncia del verdetto
18-06-2019 | di Marco De Rosa
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Otto mesi di reclusione con pena sospesa. E’ la condanna in primo grado per Antonio Troiano, il sostituto commissario della Polizia di Stato di Torre Annunziata, nell’ambito del processo in cui è accusato di rivelazione di atti coperti da segreto d’ufficio. Troiano, cautamente ottimista sulla decisione del giudice, era presente in aula al momento ed è rimasto impassibile. E’ molto probabile che l’ex funzionario di Polizia a Torre Annunziata ricorra in appello per dimostrare la sua innocenza.
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Un anno era la richiesta del pm Nunziata. Nei trenta minuti della sua arringa ha ripercorso le indagini che hanno portato Troiano ad essere indagato dapprima per corruzione e poi per aver rivelato all’ex Re delle Farmacie Nazario Matachione i dettagli di alcune indagini che riguardavano lui e quella che all’epoca era sua moglie, Maria Palomba.
La difesa aveva respinto respinge in toto l’accusa chiedendo, attraverso il legale di fiducia di Troiano Elio D’Aquino, l’assoluzione con formula piena per non aver commesso il fatto. La memoria difensiva ha posto l’accento su una sorta di “accanimento giudiziario” nei confronti dell’ex sostituto commissario a Torre Annunziata che “sulla scorta di dichiarazioni poi cadute in contraddizione di Maria Palomba siano state arrestate tre persone, poi scarcerate dal tribunale del Riesame per insufficienza di prove”.
Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza.
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