La foto che ritrae il suo Mario in alta uniforme, Rosa Maria la tiene stretta al suo cuore. In quella chiesa, poco più di un mese e mezzo fa, avevano celebrato il coronamento del loro sogno. Proprio davanti a quell’altare, si erano giurati amore eterno. “Finché morte non ci separi”. Oggi lo sguardo di Rosa Maria vaga nel vuoto, alla ricerca di quei momenti che hanno consacrato la loro vita insieme. La sua voce riecheggia all’interno e all’esterno della chiesa quando decide di prendere parola dopo il compianto del Comandante Generale dell’Arma, il generale Giovanni Nistri.

Rosa Maria rilegge un testo che circola in rete da anni, che parla delle mogli dei carabinieri. Chiede di non essere inquadrata in questo momento di dolore. Si tratta dello testo che, in abito bianco, aveva letto accanto al suo Mario il “giorno del si”.

La moglie di un carabiniere “deve possedere le qualità di un padre e di una madre allo stesso tempo, essere sempre attiva ed intraprendente, far fronte a tutte le necessità, essere capace di svolgere allegramente le sue mansioni anche se è stanca o ammalata, ed essere capace di cambiare casa, abitudini e amicizie spesso e all'improvviso” – legge Rosa Maria davanti alla bara del marito, sulla quale durante sono state deposte alcune foto della coppia sorridente nel giorno delle nozze. Da “gioia e dolore, solitudine e fierezza”, nasce la lacrima “che solo la moglie di un carabiniere prova”, frutto “di tutti quei valori cui suo marito è legato e che lei farà suoi”.

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