S. ANTONIO ABATE – «Tenere per sé deleghe strategiche come Bilancio, Politiche economiche e finanziarie, Attività produttive e Suap, Polizia municipale e Politiche sociali è un errore enorme. Il sindaco non riuscirà a gestirle con efficienza, e ci ritroveremo al punto di partenza: tante parole, pochi fatti».

A dirlo è l'ex consigliera comunale di Sant'Antonio Abate, Donatella Donadio.

«Il rimpasto è un pastrocchio politico che cerca di risolvere con un'aspirina una malattia ben più grave – aggiunge – e di questo il primo cittadino, che è medico, dovrebbe rendersene conto. L'ultimo errore è sulla distribuzione delle deleghe: come potrà Varone, che ha la responsabilità politica diretta dell'intera Amministrazione, seguire da solo temi cruciali come lo sviluppo del territorio o il welfare? Alla fine, riuscirà a fare ben poco. E le attività commerciali, le imprese e le famiglie ne pagheranno lo scotto».

«Il rimpasto, lo abbiamo detto e lo ripetiamo, non è la soluzione alla crisi che sta vivendo la città. E ancor meno lo è “questo rimpasto” perché rispondente a precise logiche di potere partitico. Tra l'altro, anche il “ripescaggio” di nomi provenienti dalle passate esperienze di governo della città, proprio con Varone, rendono ancor più pessimistiche le previsioni per il futuro – conclude la leader del gruppo di opposizione civica Oltre –. A cominciare dal Puc che è e resta il grande fallimento del sindaco, di quanti vi hanno lavorato e dei consiglieri di maggioranza che ancora sostengono Varone».

 

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