Salute e sicurezza in pericolo agli scavi di Pompei: il caso arriva al Ministero
Sindacati in rivolta: “internalizzare servizi e dipendenti storici delle società in appalto"
17-04-2024 | di Redazione
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Salute e sicurezza dei lavoratori non tutelata, i sindacati protestano e vengono ricevuti dal Ministero della Cultura. Una delegazione di Cobas Lavoro Privato e delle Rsa dei parchi archeologici di Roma e Pompei, hanno incontrato i vertici del Ministero in seguito allo stato di agitazione dei lavoratori.
Sul banco la questione relativa ai “problemi atavici riguardanti la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro nonostante le reiterate segnalazioni inviate”, nei confronti delle quali sono in corso verifiche da parte del MiC.
“Esprimiamo forti dubbi e perplessità sulle ragioni che hanno condotto i dirigenti degli istituti autonomi più importanti, come i siti archeologici di Pompei, del Colosseo e del Museo archeologico nazionale di Napoli, a bandire gare d'appalto e concessioni per i servizi aggiuntivi da affidare ancora ai privati malgrado possano da sempre vantare profitti importanti derivanti da una altissima affluenza quotidiana di visitatori, che risulta tra le più alte d'Europa e del mondo, e quindi dotati di una piena autonomia economica, anziché reinternalizzare i servizi e i lavoratori o almeno stabilire l'assorbimento del personale storico in appalto nella società in house del MiC come invece è stato disposto per alcuni musei campani che paradossalmente contano una minore affluenza di visitatori, rispetto ai grandi attrattori culturali sopracitati, come Capodimonte, Palazzo Reale, Castel Sant'Elmo, San Martino, ecc.. e soltanto per gli operatori della didattica del Colosseo”.
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Una protesta che ha ricevuto i suoi primi effetti visto che dal Ministero fanno sapere che “il nuovo indirizzo politico ministeriale e la conseguente direttiva prevedono letteralmente anche l'internalizzazione mediante società in house nell'ambito dell'effettiva realizzazione del sistema museale nazionale”.
“I sindacati – concludono - faranno, come sempre, tutto il possibile dal punto di vista sindacale e legale affinché vengano rispettati i diritti, il salario e la dignità delle lavoratrici e lavoratori della cultura”.
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