In solenne processione la statua di San Ciro, protettore della città di Portici nella prima domenica di maggio. Una tradizione che si ripete puntualmente ogni anno. Migliaia i partecipanti  e grande commozione tra i cittadini che hanno fatto da ali al passaggio del lungo corteo variopinto dei devoti e dei rappresentanti delle arciconfraternite con i propri gonfaloni di seta colorata e  aste sormontate da pennacchi e piume bianche.

Gli  altoparlanti diffondevano preghiere  e canti suggeriti dal parroco del santuario Mons. Raffaele Galdiero, mentre il lungo serpentone si snodava tra le strade della città e nei vicoletti del centro storico, come vuole l’antica tradizione.

Un pensiero particolare è andato nelle preghiere agli ammalati proprio per ricordare che il Santo patrono di Portici era un medico, ma con un profondo impegno umano alla professione e fervore nella fede che alleviava le sofferenze, le pene e i dolori degli ammalati, rinfrancandoli anche nello spirito. E’ anche per questo che sono molto forti i sentimenti religiosi che legano i cittadini porticesi al Santo “medico” venerato da tutta la Chiesa cattolica.

La pesante statua di legno  del Santo alle 10.00 è stata sollevata sulle spalle dai portantini per effettuare la prima delle due uscite previste, in modo che tutti potessero  onorarla. Commozione generale e perfino lacrime negli occhi di molti fedeli al passaggio della statua, segno  di un autentico senso di fede cristiana ma non sono mancate neanche le numerose buste con danaro che tradizionalmente vengono offerte al Santo.

Già dallo scorso anno non più accessi in alcuni vicoletti del centro storico per sostare davanti alle abitazioni di persone ammalate o persone “di rango” e non più “inchini” ma rispetto delle norme emanate dai Vescovi della Campania nel 2013 e dal cardinale Crescenzio Sepe, che hanno stabilito che si procedesse “secondo itinerari concordati con il Consiglio Pastorale Parrocchiale, d’intesa con le autorità civili e militari, lungo le vie principali e per breve durata”. 

La statua e la reliquia del Santo sono poi rimaste fino a tarda sera nel Santuario aperto per consentire l’omaggio dei fedeli.

 

A cura di Claudio Di Giorgio

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