San Giorgio a Cremano centro di smistamento Isis: gli affari di Jafaar e della Dama Nera
Lauti guadagni in cambio di strumenti di morte. Nessuno dei vicini li conosceva: “Non si vedevano mai in giro”
01-02-2017 | di Claudio Di Giorgio
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Doveva iniziare un nuova e serena giornata per i cittadini della “città delle ville”, ma non immaginavano di scoprire che proprio in “casa” loro ci potessero essere intermediari di vendita di armi ai paesi arabi, ormai terre senza pace e terra dell’Isis. E che armi. Oltre ai fucili d’assalto, munizioni, elicotteri da battaglia, carri armati, pare ci fossero anche missili. Un armamentario di alto livello che produce una enorme potenza di fuoco e distruzione.
La coppia di coniugi Mario Di Leva e Annamaria Fontana, arrestati nella mattinata del 31 gennaio 2017, si diceva che fossero dei convertiti all’Islam: il fatto è che i due dovevano avere una profonda passione per il mondo islamico, dal momento che nei viaggi e negli incontri con persone di quel mondo, manifestavano tutto il loro rispetto e la loro simpatia.
Anche l’abbigliamento che utilizzavano in loro onore, il soprannome dato al marito Mario Di Leva , "Jafaar", la vicinanza al presidente iraniano Ahmadinejad e il ristorante arabo “Sheik al Arab”, aperto nello stesso palazzo sotto casa, in cui, assieme alla cucina tipica, si può assistere ai sensualissimi spettacoli di danze orientali.
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Sono molte le storie che già si raccontano sulla vita personale della “Dama Nera” e dei suoi rapporti con personalità in vista. Ma il blitz della Guardia di Finanza ha posto fine alle attività illecite della coppia che, dai primi documenti rinvenuti, avrebbe illegalmente trafficato con Iran e Libia, ricavando lauti guadagni vendendo strumenti di morte.
Incredibile per i sangiorgesi radunatisi fin dalle prime ore del mattino, scoprire la presenza dei due trafficanti proprio nel centro della tranquilla cittadina, quasi da “porta accanto”: laddove tutti si conoscono, tutto si sa di tutti. Evidentemente non era proprio così, perché la “Dama Nera” - dal colore dell’abbigliamento che usava nelle sue visite nei paesi arabi - ben nascondeva la sua verità.
Molti, pur abitando a pochi passi dalla palazzina d’epoca, hanno dichiarato di non conoscerla o di non aver visto né sentito nulla. “Fino a tre anni fa la signora veniva a fare la spesa ma poi non si è più vista”. Oppure “Lavoriamo da poco in questo esercizio “, fino al “Qualcosa si vociferava, ma la famiglia non si è mai vista”: queste le risposte più frequenti.
Eppure Annamaria Fontana non poteva essere sfuggita alle attenzioni dei suoi concittadini , sia per la sua ancora piacente persona sia per i sui trascorsi nella politica locale ai tempi della sindacatura di Gaetano Punzo quale Consigliere Comunale e Assessore al Personale.
“Donna molto intelligente, scaltra con tante qualità positive e negative – racconta un cittadino di passaggio – ma quelle negative superavano le positive”. Solo dopo qualche ora, quando i capannelli di persone si erano fatti più fitti e ognuno iniziava ad esprimere il proprio punto di vista, la tensione cominciava a salire e all’uscita delle auto della Guardia di Finanza giù offese e insulti, con buona pace della compostezza.
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