San Giorgio a Cremano, il consiglio approva l’adesione alla ‘rete dei sindaci’
Unanimità dell’assise comunale su tutte le votazioni. All’ordine del giorno anche la questione abbattimenti e bilancio partecipato
17-02-2016 | di Claudio Di Giorgio
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Un consiglio comunale con, all’ordine del giorno argomenti, che hanno visto, finalmente, maggioranza e opposizione schierate dalla stessa parte per il bene dei cittadini. È quello che si è tenuto a San Giorgio a Cremano e tra i temi principali all’ordine del giorno, l’approvazione del nuovo statuto dell’acqua pubblica. Un argomento caro al Movimento 5 Stelle. Su questo l’assise ha approvato all’unanimità l’atto di indirizzo confermativo con il quale si ribadisce la volontà di aderire alla rete dei sindaci di cui la città fa già parte dal 2013.
Tra le modifiche previste, quelle dello statuto comunale che prevede la costituzione di più ambiti territoriali designati sui bacini idrografici, la potestà decisionale in capo alle assemblee dei sindaci, la partecipazione delle comunità locali alla gestione del servizio idrico e la costituzione di un consorzio di Comuni di ambito per la gestione del servizio idrico integrato.
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Un buon risultato che ha soddisfatto i grillini rispetto alla battaglia fatta in consiglio sull’acqua pubblica e che partiva dal presupposto inequivocabile sul quale milioni di cittadini si espressero nel 2011. Ma maggioranza e opposizione sono stati d’accordo anche sulla proposta di ‘bilancio partecipato’. Una forma di partecipazione diretta dei cittadini alla vita della propria città al fine di contribuire alla elaborazione della politica municipale in cui vengono recepiti i bisogni e le esigenze del territorio. Il Sindaco ha ricordato che questo argomento era parte del suo programma elettorale e che intraprenderà una azione politico amministrativa atta a deliberare questo strumento democratico.
Porta il nome di ‘terra felix’ la vasta area di proprietà comunale a monte della città nella quale ricadono numerose costruzioni abusive. Anche qui il consiglio ha approvato l’atto con il quale è stato chiesto a tutti se abbattere la struttura esistente e quelle circostanti realizzate in difformità o tenerla in piedi sanando gli abusi destinandola a scopi sociali e educativi come risorsa del territorio. È stato deliberato all’unanimità di tenere in piedi la struttura e nel passo successivo decidere sulla sua destinazione.
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