Importante decisione della giunta di San Giorgio a Cremano . Cambia l’intestazione toponomastica di  Piazza Vittorio Emanuele II, sulla quale si affaccia il palazzo Comunale, in Piazza Carlo di Borbone.

Un riconoscimento per un regnante illuminato che rese di Napoli capitale di uno Stato tornato ad essere sovrano, indipendente e prosperoso e che regalò al meridione e al mondo intero grandissime opere specialmente nell’area del Miglio d’Oro e guidato dal desiderio di voler trasformare Napoli in una grande capitale europea.

Di questo sovrano la storia ha sempre dato un giudizio positivo anche per le riforme dell’ordinamento giuridico, per i progetti per il riordino del complesso legislativo napoletano, per la riforma del sistema fiscale, per l’eliminazione del tribunale dell'Inquisizione schierandosi in prima linea in questa battaglia.

Per questi e per tanti altri motivi, la città di San Giorgio a Cremano ha portato avanti un percorso di riconoscimento, iniziato con un convegno pubblico su Carlo di Borbone, dove fu anticipata questa intenzione grazie al lavoro sulla toponomastica ad opera di studenti e docenti della scuola Massaia, ricevendo il consenso unanime dei  partecipanti. Ora la proposta della nuova denominazione della principale piazza cittadina, realizzata anche grazie al contributo della Commissione Toponomastica locale, sarà inviata in Prefettura di Napoli e sottoposta alla Commissione di Storia Patria.

"La personalità e le opere di Carlo di Borbone al Sud, meritano un riconoscimento che va oltre i libri di storia - spiega il sindaco Giorgio Zinno. Questa titolazione rappresenta il recupero e il rispetto di un sovrano che si autodefinì napoletano. Con l'attribuzione dell'attuale piazza a re Carlo trasmetteremo anche una parte di storia alle nuove generazioni, lasciando così un'impronta indelebile sulla nostra identità".

Così l’assessore Pietro De Martino: "Dopo il riconoscimento ai Martiri di Pietrarsa, con la titolazione di una strada grazie alla quale abbiamo dato il giusto riconoscimento alle vittime di una tragedia volutamente dimenticata, avvenuta nell'ambito della repressione sabauda, oggi continuiamo nel percorso di recupero di una parte della nostra storia. Un patrimonio  che abbiamo il dovere di trasmettere anche per recuperare fatti che riguardano il nostro territorio, non riportati in nessun libro di storia. Un atto che rende giustizia anche alle nostre origini e alla grandiosità del regno delle due Sicilie".

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