Auditorium completo per discutere le ragioni del Sì al referendum del 4 dicembre. Un momento di confronto e di mobilitazione nell’ultima settimana in cui le parti si giocano il risultato di quella che è la prima riforma organica della Costituzione del 1948, dopo il fallimento dei vari tentativi. Ospite d’eccezione il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Con il solito fervore e la passione che lo contraddistingue il governatore ha affrontato uno per uno tutti i punti della riforma entrando nel merito per mostrare i passaggi fondamentali del tentativo di modernizzare il Paese.

“Appare incomprensibile che proprio al nord – spiega – si preveda una prevalenza di consensi al Sì piuttosto che al Sud che sarebbe invece l’area del paese più interessata a cambiare per un governo efficiente e politiche orientate a tutelare il Mezzogiorno”. Inoltre, non ha tralasciato l’aggressione mediatica, di cui è stato oggetto nelle ultime settimane “che si presenta puntualmente ad ogni elezione ed è basata sul nulla”.

Per De Luca il primo passo per avviare la modernizzazione dell’Italia deve essere la sburocratizzazione della “palude burocratica”. Non sono mancate le stoccate al M5S sulle riforme costituzionali e al suo amico “Luigino” che ha invitato a un dibattito pubblico rimasto inascoltato, ricordando che sono stati solo i 5 Stelle a disertare il tavolo di discussione con tutte le forze politiche. Dunque per De Luca ora non avrebbero diritto a sollevare critiche e fare solo ideologia senza proprie proposte migliorative.

“Se vince la riforma finalmente avremo una sola camera che fa il 90% delle leggi e vota la fiducia. È un passo in avanti gigantesco – spiega – Una sola camera che vota la fiducia come in tutta Europa”. Sarebbe utile, secondo il Governatore, ridurre i poteri delle regioni perché “un grande paese deve poter decidere come Stato su alcune cose del sistema economico mentre oggi non si può competere nel mondo perché non è in condizioni di decidere nulla. Se dopo il 4 dicembre crolla l’equilibrio nazionale – conclude – ci troveremo un governo dei tecnici e chi avrà attenzione per i problemi del sud come stiamo avendo in questo momento? È la cosa che mi preoccupa di più”.

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