San Giorgio a Cremano  ha voluto  dare questo anno  un senso più profondo alla celebrazione  del   “giorno della memoria” a  ricordo  degli eventi  che caratterizzarono il triste periodo  e l'orrore del genocidio nazista Incontrando  il 96 enne Antonio Amoretti, ultimo partigiano  superstite delle  "quattro Giornate di Napoli" e scoprendo  una targa in ricordo di Francesco Cappiello, trucidato durante la strage di Sant'Anna di Stazzema.   La commovente cerimonia  si è tenuta  in Villa Bruno   alla presenza degli alunni delle terze classi dell'Istituto Secondario di primo grado Dorso e alla presenza del Sindaco Giorgio Zinno e della Dirigente Scolastica Nunzia De Rosa, che ha organizzato l'evento in sinergia con l'amministrazione. Presente all'evento anche Antonello Sannino, vicepresidente ANPI e presidente Arcigay.      

In Villa Bruno gli studenti hanno incontrato Antonio Amoretti   il Partigiano, 96enne, che   ha raccontato ai giovani la storia di come lui e tanti altri napoletani, tra il 27 e il 30 settembre 1943, contribuirono a liberare Napoli dalle truppe nazifasciste. Un incontro intenso e ricco di spunti anche da parte degli stessi alunni che hanno rivolto ad Amoretti molte domande  rapiti  dall’interesse delle argomentazioni  con cui Amoretti  ha ricordato e condiviso momenti che hanno segnato la storia non solo partenopea, ma mondiale.

Sorprendente  anche  la lucidità con la quale   Antonio Amoretti   ha raccontato ai giovani la storia di come lui e tanti altri napoletani, tra il 27 e il 30 settembre 1943, contribuirono a liberare Napoli dalle truppe nazifasciste e tante le domande . Subito dopo  alla presenza degli studenti dell'I.C IV Stanziale, accompagnati dai docenti e dalla dirigente scolastica Patrizia Ferrione, è stata scoperta una targa dedicata a Francesco Cappiello, il marinaio sangiorgese trucidato durante la strage di Sant' Anna di Stazzema a 28 anni, con la moglie di 22 anni  , la figlia di 1 e la sorella di 25.

Ma un velo di mestizia è sceso  sulla commemorazione  di questo anno che  sembrava voler  attenuare  tutto quanto di buono si continua a fare per   mantenere  sempre  vivo il ricordo degli errori commessi nel   passato e per evitare  che si tornino  a scrivere  le pagine  nere   dell’odio razziale e il  riemergere del  dramma  della Shoah.  "Sei un ebreo di merda , devi morire nel forno”   erano state le gravi parole proferite  giorni fa nei confronti  di  un   ragazzino ebreo di 12 anni picchiato, aggredito, offeso,  assalito, deriso e umiliato  da due  aggressori  anche essi  adolescenti  come lui che ben poco  conoscono,  se non per sentito dire,  del vero significato di quelle parole .

"San Giorgio a Cremano è sempre stata la città dei diritti e dell'inclusione - ha detto il Sindaco Giorgio Zinno - Anche questo giorno per la nostra comunità, specialmente per i più giovani, rappresenta non solo la memoria di un tragico ed oscuro periodo, ma una ulteriore opportunità per combattere l’odio, il fanatismo, il razzismo e il pregiudizio. La brutalità di quelle stragi deve ricordare a tutti noi che eventi del genere non devono verificarsi mai più. E per prendere le distanze da quelle terribili convinzioni, è necessario rievocare la storia, guardando al futuro con consapevolezza. Il prossimo anno  -   ha concluso il Sindaco  Zinno -  se, come speriamo, le circostanze lo consentiranno inviteremo i parenti di Francesco Cappiello con cui siamo riusciti a metterci in contatto, per mostrare loro i luoghi dove il martire e la sua famiglia hanno vissuto prima di morire brutalmente per mano nemica “ .

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