San Giorgio. Curia sotto accusa: zero iniziative per il nosocomio dentale
Il palazzo torna a far parlare di sé in occasione della Giornata della Vita
07-12-2023 | di Claudio Di Giorgio
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Il settecentesco palazzo noto come “Nosocomio dentale” esistente sul territorio di San Giorgio a Cremano destinato ad accogliere e accudire gli anziani poveri e ammalati della Città di San Giorgio e Comuni limitrofi. Dopo molti anni di silenzioso abbandono e degrado torna a far parlare di se . Ciò è avvenuto in occasione della Giornata della Vita con un incontro sul tema tenutosi nella Biblioteca sangiorgese di Villa Bruno grazie all’Associazione di Volontariato “La Vita” presieduta dal Diacono Giuseppe Cavallaro di San Giorgio a Cremano , associazioni e cittadini tentando di aprire un nuovo spiraglio e una nuova speranza per un giusto riutilizzo del manufatto.
Un dibattito considerato necessario per cercare di spingere fuori dalle secche dell’immobilismo la destinazione e l’utile riuso della struttura da troppo tempo lasciata al degrado e al triste abbandono pur costituendo un bene dalle grandi potenzialità per ogni e qualsivoglia utile destinazione.
L’aspetto più rilevante della storia del manufatto passa fin dal 2014 attraverso una serie di eventi che portarono poi alla “ chiusura del Nosocomio Dentale” con la conseguente espulsione degli anziani , poveri e ammalati , e dei lavoratori, per i quali da anni ancora non si è trovata una soluzione e per una concreta destinazione di utilità sociale .
Dopo che le decisioni sull’utilizzo del manufatto sono passate nelle mani della Regione è ancora esistente una situazione di stallo che suscita forti critiche anche sul comportamento della Curia di Napoli, che fin da quando ne aveva la proprietà e la gestione, non avrebbe fatto nulla di concreto , pur forte della propria autorevolezza, per intervenire tangibilmente nella definizione dell’uso tutelando così i poveri, i degenti, gli ammalati a cui era destinata la struttura come auspicato dalla chiara volontà testamentaria della Famiglia Dentale ex proprietaria dell’immobile , divenuto poi fondazione, assieme a tutti gli altri immobili e le vaste aree agricole che fornivano il supporto economico per il suo funzionamento e salvando così anche i posti di lavoro delle persone che vi operavano.
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Da tempo , invece, è stata alzata bandiera bianca: la attuale Fondazione è stata messa in liquidazione anche senza tener conto delle sacrosante rivendicazioni degli ex dipendenti per i quali nessuno ha avuto attenzione . La maggiore responsabilità di tutto questo viene quindi ascritta dagli osservatori e dalle associazioni in gran parte anche alla Curia di Napoli . Nel volantino emesso dalla Associazione LA VITA , infatti, si attesta in maniera chiara e netta che della CHIUSURA del Dentale sarebbe anche responsabile la CURIA di Napoli che non aveva saputo o voluto leggere il “segno dei tempi” altrimenti non avrebbe violato il Diritto, la Giustizia e la volontà di Dio privando gli anziani poveri dei loro diritti umani, ma soprattutto violando la volontà del testatore che affidandole i suoi beni aveva riposto tutta la sua fiducia nella Chiesa e non nel potere umano.
“La grave situazione del Dentale e la sua chiusura , – ha spiegato il Presidente Cavallaro –, scaturisce dunque anche da una cattiva gestione della Curia di Napoli, che forte delle sue Parrocchie e dei suoi sacerdoti ovunque presenti avrebbe dovuto e potuto prendere maggiore coscienza del problema del Dentale diventato parte integrante della Chiesa e farsene carico presso l’autorità ecclesiastica. La Curia partenopea invece chiuse definitivamente la pratica di ciò che poteva diventare una Casa-Albergo senza valutare che i veri proprietari morali dell’Istituto sono gli anziani poveri. Ancora oggi, - ricorda il presidente - bisognerebbe far si che la Chiesa sia stimolata a prendere un’altra volta in mano la situazione del Dentale attraverso la sua autorevolezza per spingere verso una ridefinizione dell’uso del nosocomio”.
Pertanto l’Associazione La Vita si augura che finisca l’indifferenza e l’ingiustizia ai danni degli anziani poveri e dei lavoratori e continuerà ad opporsi attraverso opportune iniziative informando, come ha sempre fatto, la Curia di Napoli e di Roma.
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