San Giorgio a Cremano - Dopo 18 anni il Secondo Comando delle Forze Operative di Difesa lascia la città di San Giorgio a Cremano per trasferirsi a Napoli, nello storico Palazzo Salerno per seguire le disposizioni del governo di riassetto delle Forze Armate. Ma San Giorgio a Cremano non sarà del tutto orfana della presenza dell'Esercito. Nella Caserma Cavalleri infatti resta il Comando della divisione Aqui e il reparto Comando e Supporti tattici, alla guida del Generale di divisione Antonio Vittiglio. Il comando gestirà ben cinque brigate per un totale di 20 mila soldati.

Il trasferimento del Secondo Fod tuttavia era già atteso, tanto che il sindaco Giorgio Zinno, già lo scorso settembre si era recato a Roma per discutere presso il Ministero della Difesa sulla possibilità di annettere parte della grande caserma dismessa al patrimonio comunale. L'enorme struttura, posta al confine con Napoli potrebbe essere infatti, inserita nel "piano di passaggio agli enti locali di strutture militari" previsto dal Governo Renzi. Il sindaco intravede nell'annessione di parte della caserma un' opportunità per San Giorgio a Cremano che andrebbe così ad ottenere nuovi spazi vivibili per i cittadini, riqualificando la zona sud della città e creando interessanti progetti di sviluppo, occupazione lavorativa.

"Ho aperto nei mesi scorsi un rapporto con il Ministero della Difesa  - spiega il sindaco Giorgio Zinno - per valutare la possibilità di avere una dismissione parziale dei locali non utilizzati da anni. In seguito al tassativo trasferimento delle Forze Armate nel capoluogo,  la possibilità di utilizzare quegli spazi diventa  opportunità ancora più concreta".

Il sindaco ha anche sottolineato come l'amministrazione comunale e il Comando di Forze Armate abbiano sempre collaborato sul territorio sangiorgese e ribadito l'orgoglio da parte della città di avere sul proprio territorio uomini che hanno dimostrato il proprio valore in tutto il mondo."Con il comandante De Leverano abbiamo stretto accordi di cooperazione relativamente alle esigenze della nostra città - spiega Giorgio Zinno - consolidando l'intento condiviso del perseguimento del benessere dei territori. Il trasferimento del II Fod sarà una perdita importante - conclude - ma sono sicuro che continueremo a collaborare in virtù del bene comune".

 

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