Una panchina  vuota  e solitaria è la figura di copertina del libro "Non ci sono più i pensionati di una volta" che  trasmette la malinconia di un luogo e di un  sedile   destinato  a chi resta solo , specialmente  un anziano . Ma il libro presentato nella Biblioteca di Villa Bruno a San Giorgio scritto da Pasquale Orlando già presidente delle Acli a Napoli e Michele Ippolito  ex presidente nazionale dei Giovani  Acli vuole essere invece  attraente e provocatorio  e  pone approfondite considerazioni   aprendo  uno scenario sul mondo degli anziani e dei giovani  nell’epoca attuale e sul sistema di welfare. Emerge  dalle pagine il tema dell’invecchiamento della popolazione  oggi senza la corrispondente  implementazione della natalità che in Italia  ha raggiunto  il  livello di guardia e  procura trasformazioni mettendo a rischio l’attuale  sistema sociale di welfare specialmente pensionistico . Da qui scaturisce  la necessità di attivare nuove politiche sociali e sanitarie e definire una vera e propria alleanza tra generazioni  individuando politiche adeguate.

E allora ecco la necessità di non considerare gli anziani un peso  bensì  una  risorsa attiva per la società quando stanno bene.  Il volume,  svolge  una analisi del fenomeno  prodotto dall’invecchiamento della popolazione, che  determina  grandi trasformazioni sociali e verifica  che l’Italia  sta entrando  in quella  fase  laddove  si considerano  anziane  le persone che  spengono  75 candeline.   L'autore  quindi si chiede  quali politiche socio-sanitarie si intende realizzare in Italia, dove si invecchia  di più  per realizzare quel patto tra generazioni ? 

Secondo l’Assessore Regionale  Lucia Fortini  tutti i mutamenti sociali economici geo politici avvengono o attraverso conflitti oppure riequilibri  per cui le società mutano lentamente . Coloro che oggi si considerano anziani hanno vissuto sulla propria pelle cambiamenti  epocali come quelli tecnologici. I pensionati  anche prima  reggevano il sistema ed  erano per lo più una risorsa in quelle famiglie in cui di quelle  risorse  in qualche modo avevano  necessità. E’ un errore,  secondo la Fortini,  pensare ai problemi che pone un  anziano piuttosto  che alle opportunità che fornisce una persona di 70 anni ancora capace di dare alla società.  L’Ente Regione che è di programmazione lascia però ai singoli ambiti territoriali spazio  per programmare i propri fabbisogni, e la soluzione potrebbe  immaginare un sistema di welfare  che sia capace di programmare servizi che siano costruiti sulla persona e non su categorie , un sistema di welfare non preconfezionato ma   cucito addosso alle persone. “Abbiamo dato tante risorse alle politiche sociali con sforzi enormi  togliendole anche da altri capitoli – afferma la Fortini - e  faremo un welfare  più forte che immagini al centro la persona  a prescindere da quelle che saranno le categorie”.

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