San Giorgio, presentato in villa Bruno il nuovo libro di Gino Rivieccio
L'evento alla presenza dello scrittore e del sindaco Zinno
18-09-2021 | di Claudio Di Giorgio
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La presentazione di un libro come uno spettacolo. E’ quello che ha proposto Gino Rivieccio a San Giorgio in Villa Bruno per la presentazione del suo lavoro “Siamo nati per soffriggere “ - “riflessioni ai fornelli “ . Accolto con affetto dal pubblico accorso per vederlo ascoltarlo e trascorrere qualche ora in serena intelligente allegria. Ccon il Sindaco Giorgio Zinno che lo ha definito amico della città , ha preso parte all’incontro la prof.ssa Giuseppina Scognamiglio, docente dell'Università Federico II di Napoli e l'assessore alla Cultura, Pietro De Martino.
Il libro che si legge velocemente concede ai lettori un viaggio stuzzicante nella società contemporanea tra monologhi, personaggi, tradizioni e aneddoti ma anche una riflessione collettiva su grandi temi di attualità, raccontati con garbo tra il serio e il faceto e con quello stile scanzonato caratteristico dell'attore napoletano per cui il volume ne risulta divertente e piacevole. L’autore in questo lavoro accoppia con humor e leggerezza due realtà solo apparentemente diverse e distanti la cucina e la filosofia con riferimento alla coppia, i figli, i rapporti familiari, la politica le aspettative dei giovani e la loro esistenza, tutti visti da diversi punti di vista,
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Profondi e puntuali gli interventi della prof/ssa Scognamiglio la quale ha contribuito con le sue osservazioni a comprendere meglio il senso di quanto scritto da Rivieccio . Un libro , osserva la Scognamiglio, divertente tra mangiare e ricette ma che consente riflessioni molto attente soprattutto sulla situazione dei giovani d’oggi , sulle famiglie e le difficoltà nel realizzare le loro speranze. “ Un libro che sembra divertente accorato leggero scanzonato- spiega la Scognamiglio - dove ci sono le ricette di cucina, ma che appare come un quaderno di vita , un diario, come se l’autore si fosse voluto confessare e si nasconde. Parla della cucina ma fa delle osservazioni molto acute “ . Ne scaturisce tra l’altro qualche colpa che Rivieccio addossa ai governanti che accusa di avere fatto “ scuocere la speranza” dei giovani . Si scuoce la pasta, dice la professoressa Scognamiglio , ma scuocere la speranza è una invenzione che definisce fantastica.
E poi che dire del Capotreno. L’artista conclude simpaticamente definendo Dio il “Capotreno” con cui dichiara di avere un buon rapporto “ Quando saremo chiamati - afferma Rivieccio - Egli vorrà conoscere le nostre storie perché ci ha messi sulla terra per farci vivere intensamente. Avremo storie da raccontare e al Capotreno? Io mi sono preparato una serie di cose per quando sarà il momento. Dio ha creato l’uomo per conoscere le nostre storie, la mia non è ancora terminata”.
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