San Sebastiano, fermento per il progetto HapPANEss
A settembre la rassegna di tre giorni dedicata al pane nel comune vesuviano
25-08-2017 | di Claudio Di Giorgio
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San Sebastiano al Vesuvio. Il pane sempre protagonista nell’alimentazione vesuviana e Campana. Anche quello domenicale è un rito che si rinnova per i cittadini di San Sebastiano e delle città limitrofe recarsi nei panifici della cittadina vesuviana per acquistare il tipico pane che vi si produce, croccante profumato e saporito. Un rito che non si ferma nei forni autorizzati ma che continua presso i venditori ambulanti che lo detengono nelle loro ceste lungo la strada di Via B. Cozzolino che collega quattro comuni, e che superando le rigide norme sanitarie e di igiene lo smerciano per il tipico pane di San Sebastiano. E’ proprio per richiamare e diffondere maggiormente la tradizione del “pane di San Sebastiano” e la certezza del prodotto che il Comune alle falde del Vesuvio ha voluto celebrare il proprio pane IGP con un progetto nell’ambito POC Campania Politiche per il Turismo e la Cultura, con la prima edizione di HappPANEee, che promuove l’alto valore del pane per il territorio ma anche delle altre risorse quali il pomodorino del piennolo, l’uva catalanesca, l’albicocca tipica, e il Pirdirosso del Vesuvio, che attrae gli interessi degli appassionati . Dal 20 al 23 settembre una tre giorni di incontri tematici per parlare di storia e tradizioni legate a questo antico prodotto, attraverso convegni, sport e percorsi sensoriali e che vanta sul territorio ben 5 forni autorizzati. E allora ecco raccontare del “pane cafone” del “palatone ” i più antichi della tradizione napoletana prodotti dai maestri panettieri di San Sebastiano al Vesuvio che a distanza di quattro, cinque e anche sei giorni dalla produzione, resta fresco e fragrante e mantiene la sua alta qualità. Un prodotto che si prepara con “lievito madre” (criscito)e che viene cotto nei tipici forni a legna come da antica tradizione e con regole che si tramandano da moltissimi anni . “La tutela del pane soprattutto dai contraffattori e dai venditori ambulanti - afferma Domenico Filosa, presidente dell’associazione regionale dei panificatori (Unipan), tra i primi soggetti ad aver aderito al progetto - è di fondamentale importanza per preservare l’antica arte dei panificatori della zona che, da queste parti vuol dire anche strapparla all’irregolarità e a tutto il circuito illegale che impone farine, prezzi e zone di vendita” .
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