Sanità, stop alle convenzioni. De Luca a Torre Annunziata attacca Caldoro: “E’ colpa sua”
Longobardi (Gruppo Aid): “Con il costo di un solo ricovero potremmo visitare 400 pazienti”
26-11-2014 | di Gennaro Carotenuto
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“Da domani (27 novembre, ndr) i cittadini ed i pazienti campani dovranno fare i conti con l’esaurimento dei volumi di prestazioni assistenziali erogati nei centri della sanità convenzionata”. Il grido d’allarme arriva da Alfonso Longobardi, amministratore unico dei Centri Antidiabete Gruppo Aid in occasione della visita al Centro Antidiabete di Torre Annunziata del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca.
L’esponente del Pd candidato alle primarie per le regionali in Campania, ha voluto visitare, in un giorno lavorativo, la struttura sanitaria torrese accogliendo con favore l’invito rivoltogli da Alfonso Longobardi.
“Ho accolto con soddisfazione l’invito rivoltomi dai proprietari della struttura – ha esordito De Luca - ma ancora una volta, nonostante la Regione Campania continui a professare il raggiungimento del pareggio dei conti di bilancio in sanità, registriamo a fine anno la difficoltà dei centri convenzionati a garantire le prestazioni ai pazienti perché le coperture finanziarie sono esaurite”.
Eppure come lo stesso De Luca ha dichiarato: “Siamo difronte ad una situazione che potrebbe essere risolta aumentando il fondo sanitario da 9 a 12 milioni di euro per garantire l’assistenza per tutto l’anno, significa ridurre di qualche milione il budget per le feste e le sagre. In Campania registriamo una situazione paradossale dove al danno della mancata assistenza ai pazienti si registra anche la beffa. Un singolo ricovero cronico per pazienti affetti da diabete costa alle casse regionali 5mila euro, una prestazione specialistica all’interno di una struttura che quindi previeni la degenza in ospedale, costa 12,91 euro. Insomma con questo atteggiamento danneggiamo la salute dei cittadini e le casse economiche della regione”.
Fa eco alle dichiarazioni del primo cittadino di Salerno, lo stesso Longobardi che lancia la sua proposta: “Ad oggi non esiste, tranne che per qualche branca specialistica, un modello assistenziale preciso di riferimento e regolamento. Stando così le cose il budget regionale assegnato al comparto privato risulta sottostimato. A nostro avviso occorre programmare quali prestazioni associare ed avviare una mappatura della popolazione e sulle patologie di maggiore rilievo. Solo con un modello virtuoso potremmo scongiurare l’esaurimento dei tetti di spesa”.
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