Una simbologia celata si nasconde, probabilmente, dietro la scelta stilistica di molti degli artisti presenti in gara.

Sanremo, come sempre accade, si dimostra non soltanto una competizione all’ultima nota, ma anche (e soprattutto) un grande palcoscenico per le idee. 

Cantanti, conduttori, ospiti si mettono in vetrina accompagnando al loro carisma un’immagine che rivela qualcosa di più. 

Si è parlato tanto del rosa e delle sue molteplici declinazioni; completi dalla tendenza genderless si affiancano a lunghi abiti dai toni regali. 

Ma ciò che più ha catturato l’attenzione è, di certo, il grande sfoggio del bianco e del nero.

Un primo riferimento è alla musica, regina del festival. 

Pensate ai tasti di un pianoforte, alle note musicali che fanno capolino sugli spartiti, ai testi delle amate canzoni, alcuni persino ricamati sulle giacche dei cantautori.

Black & white, come Yin e Yang, espressioni del maschile e del femminile combinati insieme.

Amore dunque, amore universale. Amore come unione, senza barriere.

L’uso del bianco e nero come esteriorizzazione di sentimenti più profondi; una convivenza pacifica di idee e concetti agli antipodi dai quali tutto trae origine, finisce e si trasforma.

Una scelta di stile che fa capo ad un immaginario estetico, simbolico, mitico.

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