Santa Maria del Pozzo, nuova precisazione: “Prevenzione da febbraio”
Il direttore sanitario e lo staff: "Il nostro comportamento è stato sempre corretto"
28-04-2020 | di Redazione
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Il Direttore Sanitario e lo staff medico della Casa di Cura Santa Maria del Pozzo, di Somma Vesuviana, con riferimento alle notizie apparse in questi giorni intendono precisare quanto segue.
"In primo luogo deve evidenziarsi che la Casa di Cura Santa Maria del Pozzo non è una Residenza Socio Assistenziale, bensì una Struttura Ospedaliera che eroga da decenni prestazioni di riabilitazione (ortopedica e neurologica) in regime di accreditamento istituzionale con il SSR e che, da qualche mese, in virtù di una specifica autorizzazione regionale, ha inaugurato il nuovo reparto SUAP ove offre assistenza a tredici pazienti in stato di coscienza minima.
Inoltre, ancor prima dell’adozione da parte delle istituzioni governative centrali e regionali del lockdown e, quindi, delle drastiche misure di contenimento dell’epidemia, la Casa di Cura aveva già provveduto, a fine febbraio, a contingentare gli accessi dei familiari dei pazienti ricoverati provvisti di DPI e poi fine marzo a vietarli del tutto.
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L’amaro regalo ai cittadini
Le cause del contagio recentemente riscontrato nella Casa di Cura non possono, quindi, farsi risalire in alcuna misura a possibili accessi non controllati; basti solo evidenziare che, sin dall’inizio del mese di marzo, è attivo un drappello all’esterno della Struttura per il pre-triage finalizzato alla verifica di ogni possibile accesso (lavoratori, fornitori) ed ogni nuovo ricovero di pazienti provenienti da Ospedali, pubblici o privati, è autorizzato solo previa allegazione di idonea certificazione attestante la negatività al tampone oro-faringeo.
Né, tantomeno, il contagio può discendere da comportamenti indiscriminati degli operatori ai quali sono stati forniti tutti i dispositivi di protezione individuali previsti dalle linee guida ministeriali; è stata costantemente fornita ampia formazione specifica sui rischi connessi alla trasmissione del virus.
A tanto deve anche aggiungersi che, nonostante non vi fosse alcuna indicazione specifica, l’ AD Avv. Sergio Terracciano e il Direttore Sanitario Dott. Domenico Mascolo avevano comunque avviato, sin dall’inizio del mese di aprile, una vasta operazione di screening del proprio personale e dei degenti, con l’impiego di test rapidi certificati CE-IVD.
Ed è stato anche grazie all’utilizzo dei test rapidi che lo scorso sabato 18 aprile è stata scoperta la possibile positività di un paziente, cui sono seguite:
a) l’immediata segnalazione del caso alla competente ASL Napoli 3 Sud;
b) la sottoposizione di tutti, lavoratori e degenti, ai tamponi oro faringei;
c) l’accertamento della positività di diciotto ammalati immediatamente trasferiti al Covid Center di Boscotrecase, che non presentavano sintomi riconducubili ad infezione COVID-19
d) l’accertamento della positività di quattro operatori, tutti asintomatici, posti in isolamento domiciliare"
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