E' a firma di Gaetano Amato e Alessandro Caramiello l’interrogazione parlamentare presentata al Ministro dell'interno, al Ministro dell'Economia e al Ministro per la Pubblica Amministrazione, avente ad oggetto i lavori di costruzione del Cimitero Comunale di Santa Maria la Carità, avviati nel lontano 2008 con la formula del project financing e tutt’oggi ancora un cantiere a cielo aperto. Nel documento, in particolare, i due firmatari chiedono di sapere se vi è intenzione di adottare iniziative finalizzate alla tutela delle risorse pubbliche e al corretto funzionamento dei servizi cimiteriali. Ma andiamo per ordine.

Come si evince dal testo “in data 9.03.2007 la giunta comunale approvava la proposta progettuale presentata da un ATI formata dalle imprese Gi.Vi Costruzioni, Vincenzo Zenga spa e Votiva Fiamma e successivamente, in data 5.04.2007, indiceva gara pubblica per la scelta della società realizzatrice del progetto presentato dall'ATI e, in mancanza di altre offerte, la commissione giudicatrice affidò provvisoriamente alla stessa ATI la progettazione ed esecuzione della costruzione, nonché la gestione della fornitura elettrica votiva del cimitero comunale, affido che divenne definitivo in data 29.04.2008. A quel punto l'ATI istituì una società consortile denominata «cimitero di santa Maria la Carità – società consortile a r.l.» e con contratto contenente tutti gli adempimenti da porre in essere si stipulò la concessione in parola per la durata di 30 anni, senza però provvedere al versamento del deposito cauzionale del 10 per cento come previsto dal decreto legislativo n. 163 del 2006, creando in tal modo una situazione anticoncorrenziale nei confronti di altri soggetti economicamente interessati.

Da allora, gli avvicendamenti nelle imprese costituenti la “Cimitero di Santa Maria la Carità società consortile a.r.l” e una serie di accadimenti “strani” hanno rallentato di molto i lavori di realizzazione dell’opera. “A tutt'oggi le opere risultano completate approssimativamente al 40% del totale e i cittadini, che hanno già versato parte della cifra, ancora non sanno quando e se i loro diritti saranno tutelati. Qualcuno è nel frattempo deceduto e i parenti sono stati costretti ad interrare i propri cari altrove”.

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