Sant’Antonio. Tentò di stuprare la sua ex, trascinandola con la scusa di “consegnarle una multa” all’interno di un casolare abbandonato: condanna a due anni (pena sospesa) per F.Z., 34enne di Gragnano. Per l’uomo, difeso dall’avvocato Gianluigi Ruocco e imputato anche di maltrattamenti (accusa dalla quale è invece andato assolto), la neo-pm della Procura di Torre Annunziata Sonia Nuzzo aveva chiesto una condanna a 4 anni.

L’ORRORE. “Ti uccido, se non torniamo insieme io ti faccio trovare morta. Ti faccio fare la fine delle p……”. Minacce, calci, schiaffi e pugni in viso. E’ il pomeriggio del 22 marzo 2014. La furia del 34enne gragnanese, residente in via Rustillo, si abbatte con violenza sulla donna. L’uomo, accecato da un evidente raptus, quel giorno prende la sua auto. Guida verso l’abitazione nella quale oggi l’ex compagna sta cercando lentamente di rifarsi una vita. La vittima lì vive assieme al figlio, che ora ha soli 5 anni. Il piccolo è nato dalla loro precedente relazione.

“LA SCUSA”. “Ho una vecchia multa da consegnarti. Devi pagarla tu, scendi”. E’ la scusa che F.Z. utilizza per far salire in macchina la sua vittima. Che ignara apre lo sportello ed entra. L’uomo schiaccia l’acceleratore, conducendo la ex in campagna. Il 34enne si ferma solo quando vede un casolare abbandonato. E’ nei pressi di Lettere. Finalmente può agire. Indisturbato, ficca una mano in gola alla donna. Così facendo, le impedisce di urlare, di chiedere aiuto. Per la donna, indifesa, è un vero incubo. Viene stesa a terra e immobilizzata. Poi – come ricostruito a processo dal pm – l’uomo “sale con tutto il corpo su di lei. La bacia con violenza sulla bocca, le tocca il seno. Infine, la costringe a subire atti sessuali”.

IL PROCESSO. Sarà la vittima a denunciare tutto ai carabinieri. La donna sporgerà querela all’uscita dall’ospedale, dove i medici nel frattempo le refertano “un trauma cranico ed escoriazioni multiple” giudicate guaribili in 5 giorni. Il suo ex compagno finisce alla sbarra dinanzi ai giudici del Tribunale di Torre Annunziata con decreto di giudizio immediato. Poi, la sentenza di condanna. 

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