"Cara città, cari tifosi, corre l’obbligo di comunicarvi che il sig. Franceschini in data 17 aprile ha depositato in lega la sentenza che lo vedeva vincitore nei confronti di Pellerone, chiedendo che il titolo passasse a lui. Guarda caso ha depositato la sentenza in lega, richiedendo il titolo, ovviamente solo dopo la fine del campionato, dopo che noi abbiamo pagato tutta la gestione, abbiamo salvato il titolo e la categoria e dopo che abbiamo provveduto a saldare tutti i debiti".

A dichiararlo è Emanuele Filiberto che non usa mezzi termini per definire il comportamento di Franceschini. Ma facciamo un passo indietro. Lo scorso novembre la Real Holding Spa ha rilevato il titolo dalle mani di Riccardo Franceschini e dalla cordata torrese. Un passaggio che ha decreato ufficialmente l'arrivo del principe Emanuele Filiberto la cui presenza ha cambiato totalmente il clima attorno al Savoia. Il principe non era intenzionato ad acquistare il titolo proprio per il contenzioso tra Pellerone e Franceschini. Inoltre pur valendo zero, aveva dei costi di gestione altissimi a causa dei disastri degli ultimi anni. 

"Il dott. Nazario Matachione congiuntamente con l’avvocato Carmine Romano, da me nominato, a seguito di pochissimi incontri avuti con Franceschini anche presso lo studio del figlio avvocato, che seguiva il contenzioso del padre, sia in sede civile che penale, mi avevano rassicurato che fosse una brava persona e che avesse dato la sua piena disponibilità a far subentrare lo scrivente nell’associazione e che avrebbe fatto tutto questo per la città ed i tifosi proprio in virtù delle vicende che l’avevano visto coinvolto nel fallimento del Savoia. Gli proponemmo di partecipare all’associazione ma lui rifiutò, specificando che preferiva proseguire il contenzioso con Pellerone e che non aveva le disponibilità economiche personali per poter mantenere, anche in quota, la gestione della squadra", spiega il principe.

La ricostruzione della vicenda fatta da Emanuele Filiberto trova riscontro anche negli articoli scritti dalla stampa all'epoca della trattativa. Tuttavia, dalle parole del principe sembrerebbe che Franceschini sia tornato all'attacco e che sia pronto a rivendicare il titolo.

"Mi hanno anche riferito che è stato nostro ospite in una delle ultime partite per la salvezza ed è stato insieme ai tifosi del Savoia, che lo hanno accolto con estremo rispetto, proprio in virtù dei nostri comunicati pubblici in cui riportavamo che lui non avrebbe mai utilizzato quella sentenza. C’è di più a gennaio, lui era ben consapevole, avendo partecipato all’assemblea, della trasformazione dell’associazione in società di capitali e come per legge tale trasformazione è stata pubblicata in camera di commercio, per consentire a tutti, compreso a Franceschini, di potersi opporre nei termini di 60 giorni, trascorsi tali termini il tribunale ci ha rilasciato il certificato in quanto nessuno si è opposto".

"La trasformazione da associazione a società di capitali era necessaria ed indispensabile altrimenti la Casa Reale Holding spa non avrebbe potuto acquistare in quanto una società di capitali non può far parte di un’associazione. Giustamente non si è palesato nei termini di legge perchè se l’avesse fatto noi avremmo bloccato i pagamenti e lui sarebbe dovuto intervenire economicamente per portare a termine il campionato. A questo punto il suo disegno è fin troppo chiaro: convincerci a prendere la squadra, a pagare tutta la gestione, a salvare il titolo per poi prendersela pulita, senza debiti e salva. I costi che abbiamo sostenuto da novembre ad oggi sono documentati e certificati perchè effettuati tutti con bonifici bancari e lui ne era a conoscenza", continua Filiberto.

"Se fosse stato onesto e non avesse voluto approfittare della nostra buona fede, avrebbe depositato subito alla lega la sentenza (22/3-30/3), invece di attendere la fine del campionato e la salvezza del titolo, ma scaltramente ha preferito aspettare che noi onorassimo tutti gli impegni presi e soprattutto che il Savoia salvasse il titolo. Voglio sottolineare che la salvezza è avvenuta solo il 15 aprile e dopo appena 2 giorni Franceschini ha notificato la sentenza. Ha avuto con noi un comportamento per nulla limpido, ci ha raggirato ben consapevole che se non fossimo subentrati noi il titolo sarebbe ritornato alla lega perchè la squadra non sarebbe scesa in campo senza il pagamento dei contributi ai calciatori. La cosa peggiore è che anche quando Franceschini ha ricevuto la sentenza a fine marzo, ha continuato a mandare messaggi al dott. Matachione in cui continuava a rassicurarlo che mai avrebbe agito contro di noi, ed ora alla luce di tutto quanto capisco quanto sia stato in malafede con noi ed indirettamente anche nei confronti della città e dei tifosi. Ha preso le distanze dalla squadra in un momento estremamente delicato ed oggi sta rivendicando un qualcosa che non gli appartiene".

"Se in passato è stato prosciolto in quanto non ritenuto colpevole per il fallimento del Savoia, questa volta sta facendo di tutto per far scomparire il nome di questa società dal calcio e riportare il titolo a Giugliano, con i nostri soldi, i sacrifici della società e dei tifosi".

"La cosa più inquietante? Ad oggi Franceschini non ha ancora notificato né a me né all’associazione che presiedo questa sentenza per farmi capire cosa vuole dall’associazione, dal Savoia e dalla città e per consentirmi di difendere in tutte le sedi opportune, nessuna esclusa. Si è solo limitato ad inviare la sentenza il 30 marzo via whatsapp al dott. Matachione ma nello stesso tempo tranquillizzandolo scrivendogli che avrebbe agito nei confronti di altri soggetti. Giù le mani dal Savoia, lo proteggerò con tutte le mie forze perchè non consento a nessuno di prendersi qualcosa che non gli appartiene più e soprattutto per tutti quei tifosi che ci hanno messo corpo, anima e speranze. Avanti Savoia!", conclude il principe. 


Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"