Oggi è domenica 22 marzo e al "Giraud" di Torre Annunziata si sarebbe dovuta giocare Savoia-Palermo, il big match del girone I. La sfida che, più di tutte, avrebbe rappresentato l'ultima speranza per i "bianchi" di aggrapparsi al treno della promozione diretta in Serie C

"Si sarebbe", appunto. Sembra passata un'eternità dal 1° marzo, giorno del match contro il Corigliano. L'ultima giocata prima della sospensione del campionato (a causa dell'emergenza coronavirus), vinta in rimonta con il risultato di 3-1. Un successo che rilanciò gli uomini di mister Parlato dopo la disfatta di Messina. Era tornato anche l'entusiasmo smarrito la settimana prima, con tifosi e giocatori di nuovo sorridenti, e la promessa di patron Mazzamauro nel post-partita a dare speranza all'intero popolo oplontino: "Serie C? Io e Ascione saremo pronti".
 
Poi è cambiato tutto. L'emergenza sanitaria ha preso il sopravvento. Prima la decisione di continuare a giocare ma solo a porte chiuse, poi lo stop dei campionati, infine il "disco rosso" scattato per tutto lo sport, nazionale ed internazionale. Si è fermato il calcio, la Formula 1, lo sci, il tennis. La diffusione del Coronavirus ha stravolto le nostre abitudini, le nostre vite, la nostra stessa quotidianità. Le notizie, i numeri dei bollettini medici emessi ogni giorno e la consapevolezza di un futuro incerto, hanno fatto finire in soffitta il mondo dello sport. Savoia e Palermo avrebbero dovuto sfidarsi nel match d'alta classifica che tutti quanti attendevano. Una sfida d'altri tempi con il blasone dei due club a farla da padrona, rievocando altre più gloriose stagioni. Invece no. Ha vinto il virus, almeno per ora.

Ora bianchi e rosanero stanno provando a tenersi impegnati, s'intende. Tra flash-mob e challenge sui social. Tutto rigorosamente da casa, perché il messaggio diffuso e da continuare a diffondere è sempre lo stesso: restiamo nelle nostre case. E' l'unico modo che abbiamo per far passare tutto questo il prima possibile. L'unico modo di proteggere noi e quelli che ci stanno intorno. Ma anche l'unico che abbiamo di tornare a rivedere il calcio e di vivere le domeniche pomeriggio allo stadio, come quella che avremmo voluto vivere ed assaporare oggi.

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