Era il 12 maggio 1996 e il Savoia stendeva per 2-1 in rimonta al vecchio Giraud il forte Lecce di Ventura. A firmare quell’impresa fu Eupremio Carruezzo, autore di una pesante doppietta che diede la possibilità alla squadra di  Gianni Improta di rimanere in C1 senza passare per i playout. A dicannove anni di distanza l’ex bomber dei bianchi è tornato a Torre Annunziata da dirigente e ha ricordato quella magica giornata, che rappresenta al momento anche l'ultimo successo sui salentini.

Direttore, che importanza ebbe quella partita?

“Fu praticamente fondamentale per la nostra salvezza. Era la terzultima giornata e affrontavamo un Lecce al quale serviva un successo per avere il matematico accesso in B. Venivamo da una stagione non facile perché eravamo stati costruiti per ben altri obiettivi con un presidente (Mario Moxedano ndr) che aveva voglia di investire. Invece ci trovammo nella lotta per non retrocedere e quei tre punti ci consentirono di evitare la lotteria dei playout".

Riviviamo insieme la sua doppietta…

“Il primo gol fu abbastanza importante perché loro erano passati in vantaggio con Palmieri. Ricordo che trascinai dietro di me almeno due difensori giallorossi prima di scaricare la conclusione alle spalle di Lorieri”.

Poi quel contestato rigore concesso dall’arbitro a tempo scaduto…

“Ricordo che tanti tifosi erano riusciti ad entrare nel rettangolo di gioco ed erano seduti dietro alla porta del Lecce. Se segnavo sarebbero esplosi di gioia, ma se avessi sbagliato avrei rischiato di prendere anche io qualche scappellotto (dichiara ridendo). Andò bene e da quel momento cominciò il grande rapporto che ancora oggi mi lega a Torre Annunziata. L’anno successivo vinsi anche la classifica marcatori, ma non fu quello a essere fondamentale. La gente capì che ero un giocatore che sudava la maglia e che lottava”.

Cos’è cambiato a quasi vent’anni da quel giorno?

“Io penso quasi nulla. Anche stavolta c’è una squadra che lotta per tornare ai vertici del calcio anche se non ha mantenuto le attese, mentre il Savoia così come nel ’96 si trovò a lottare per non retrocedere. Anche se si parla di un calcio totalmente diverso con la spending review a farla da padrone penso che la sfida sia comunque affascinate”.

Il Lecce ha cambiato per la terza volta allenatore (così come il Savoia) può essere un punto a fare dei bianchi?

“Quando c’è un cambio ci sono aspetti positivi e negativi. Ci può essere una scossa soprattutto nelle prime partite, ma  anche una mancata organizzazione tecnico-tattica che può avvantaggiare l’avversario. Però al di là di sperare nelle disgrazie altrui, dobbiamo dare continuità ai nostri risultati”.

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