Savoia, la confessione di Carruezzo: "Ho fallito, ma non lascio la barca che affonda"
Lunga conferenza del diggì sul disastro dei bianchi: "A nostra disposizione, neanche i contibuti federali"
28-02-2015 | di Salvatore Piro
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Torre Annunziata. "Il Savoia ha circa due milioni di debiti. L'ultimo annuncio del presidente ha sorpreso anche me, perchè un minuto prima avevamo un piano per risanare la situazione. Poi tutto è cambiato, ma fino a quando resterà anche un solo calciatore io non mollo". E' affranto, a tratti pure cinico e spietato, Eupremio Carruezzo, il direttore generale dei bianchi, protagonista oggi in sala stampa alla vigilia del derby con la Salernitana. I torresi sono ormai in "default", inutile parlare di calcio giocato. Meglio concentrarsi sul perchè di un disastro, almeno a tratti, già annunciato da tempo: "Il Savoia mi contattò pure a settembre - ammette Carruezzo - perchè i dissapori con Maglione sono vecchi. Avevo circa 800mila euro a disposizione per fare un mezzo miracolo, cercando di risanare i conti. Poi ho scoperto che i 280mila euro di contibuti dalla Lega, oggi ad esempio versati al Barletta come una sorta di salvagente, erano già stati usati, pagando così alcuni stipendi pregressi. Ed allora, con tutti questi soldi in meno, tutto è diventato impossibile".
L'ex bomber del Savoia non imiterà dunque Capitan Francesco Schettino, condannato a 16 anni di carcere, dal Tribunale di Grosseto, per aver lasciato affondare la "sua" Costa Concordia senza muovere in pratica un dito. "Ho fallito come professionista, non come uomo - conclude Carruezzo - . Penso di aver dimostrato a tutti il mio amore per Torre e non abbadnonerò il Savoia adesso. Se conosco il dottor Piantoni? Io non l'ho mai visto".
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