Il contratto da 181mila euro lordi di Giacomo Cipriani ha fatto gridare allo scandalo molti tifosi del Savoia. Dopo la decisione della società rendere pubblico il piano di riparto della fidejussione rifiutato dai giocatori, si è parlato molto dell’ingaggio percepito dall’ex attaccante del Bologna. Uno stipendio spropositato, secondo tanti, visti gli infortuni e la poca incisività sotto porta del centravanti emiliano. A quasi una settimana dall’avvenimento Cipriani ha deciso così di rompere il silenzio e di raccontare la sua verità.

Come giudica la pubblicazione degli stipendi da parte della società?

“Mai visto nulla in tanti anni di calcio. Oltretutto stiamo parlando di un contratto onorato soltanto per il primo mese. La cifra mostrata su quel documento è fittizia ed è gonfiata più del doppio poiché si parla del compenso che avrei percepito al lordo. Qualcuno aveva interesse a farlo ed è probabilmente la stessa persona che è inadempiente verso tutti i tesserati da inizio anno”.

L’ex amministratore Maglione aveva parlato di un contratto a presenze. Conferma le sue parole?

“Quando ho proposto quel tipo di ingaggio non è che non avessi altre opportunità. Non ho mai nascosto i problemi di salute di mia madre e all’avvocato avevo riferito che parte di quei soldi sarebbero serviti a pagare le persone che le sarebbero state vicino durante la mia assenza. Inoltre ho anche scommesso su me stesso visto che il 30% della cifra l’avrei dovuta guadagnare con le presenze durante il campionato. A conti fatti non sono nemmeno riuscito a pagare le spese sia per me che per mia madre”.

Pensa ci sia stato un accanimento nei suoi riguardi?

“Ho la coscienza pulita, perché non ho obbligato nessuno e non credo che il problema più grave del Savoia sia il contratto di Cipriani. Inoltre ci tengo a sottolineare che per aiutare la società a gennaio ho proposto di svincolarmi, non percependo quindi, gli stipendi degli ultimi quattro mesi. Possibilità poi negata perché mi è stato chiesto di rinunciare anche ai soldi maturati in precedenza. Il Savoia ha quindi preferito tenermi sapendo che non mi avrebbe mai dato un euro”.

Dopo il suo infortunio a fine gennaio è sparito. Cosa è successo?

“Ho preferito curare il mio infortunio al menisco a casa, poiché le visite mediche sono a mio carico. In tutto questo tempo sono comunque rimasto in contatto con il dottor Diego Campolongo, medico sociale del Savoia, che è a conoscenza della mia condizione fisica. La settimana scorsa ho avuto anche un contatto telefonico con il direttore Carruezzo al quale ho chiesto se potevano alloggiarmi da qualche parte, visto che sono quasi guarito e voglio ancora giocare per i bianchi, poiché sono un professionista serio. Non mi è stato garantito nulla e quindi sto cercando da solo una sistemazione”.

Quindi lei è pronto a tornare a Torre Annunziata per aiutare il Savoia nei play-out?

“Assolutamente sì. A me dispiace per il pubblico di Torre Annunziata che avrebbe meritato un palcoscenico completamente diverso. Sia io che i miei compagni, però, ci abbiamo sempre messo il massimo dell’impegno. Anche da lontano sono sempre stato vicino alle loro sorti e li ho ammirati perché scendono in campo malgrado tutti i problemi. Secondo me siamo stati tutti vittime di una grande presa in giro”.

Foto Nunzio Iovene Il Cigno @rt

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