"Viviamo di ora in ora. Partiamo per Reggio Calabria, ma da lunedì non so cosa potremo garantire". Sincerità e signorilità. Ancora una volta Aldo Papagni, tecnico del Savoia, ha mostrato tutta la sua schiettezza nell'illustrare la situazione drammatica che sta vivendo la squadra. Al contrario del dg Eupremio Carruezzo, che ieri a Palazzo Criscuolo ha proferito più o meno queste parole tenendo fuori la stampa, l'allenatore non si nasconde e segue anche un po' la falsa riga di Gragnaniello. "Siamo allo stremo delle forze è chiaro. Ieri abbiamo raccolto l'abbraccio di Torre Annunziata, ma il calore della gente l'ho avvertito fin dal primo giorno che sono arrivato".

UN PO' DI CALCIO GIOCATO. Nei limiti del possibile si prova anche a parlare di calcio giocato. Domani ci sarà una sfida importante con la Reggina, aritmeticamente retrocessa in D dopo il -12 del Tribunale Federale. Papagni non si fida e teme la voglia di rivalsa degli amaranto. "Loro attendevano questa partita per dimostrare tutto il proprio valore e noi dovremo essere bravi a farci trovare pronti anche perché con i vari ricorsi la classifica può essere riscritta in qualunque momento". Dopo le polemiche di inizio settimana Scarpa sarà della partita. "Se siamo ancora qui è perché abbiamo tutti quanti un obiettivo comune. A questo punto non è importante chi scende in campo, conta solo onorare il Savoia". Tra gli indisponibili ci sono ancora D'Appolonia e Panariello ai quali si sono aggiunti anche i portieri Falcone (infortunio) e Volturo (squalifica). Papagni è stato così costretto a chiamare il giovane D'Avino dalla Berretti.

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