Era il 18 dicembre e Maglione con la sua conferenza stampa fiume aveva chiuso la sua avventura al Savoia. A due mesi e mezzo da quel giorno l’ex amministratore unico dei bianchi ha deciso di rompere il silenzio e chiarire alcuni avvenimenti, rispondendo anche alle accuse relative al periodo in cui è stato lui alla guida della società.

“Ho deciso di parlare ora perché non volevo turbare il clima di serenità che sembrava si fosse generato attorno alla proprietà e per non disturbare la squadra in piena lotta per la salvezza. Un entusiasmo di cui non ho mai potuto godere durante la mia permanenza a Torre Annunziata. Le contestazioni verso la mia persona hanno fortemente inciso sui risultati in campo visto che sono iniziate dalla sfida di coppa Italia col Barletta.  Adesso comunque penso sia arrivato il momento di dire la verità”.

Avvocato si sente responsabile della drammatica situazione relativa agli stipendi dei giocatori?

“Faccio i complimenti a loro per la splendida gara contro la Salernitana. Detto ciò, voglio sottolineare che non li ho mai né delusi né traditi per due motivi. Il primo è che hanno sempre saputo che io operavo per conto del Consorzio Stabile Segesta e non ero il proprietario del Savoia. Il mio mandato era finalizzato a trovare acquirenti che potessero subentrare e non l’ho mai tenuto nascosto. Inoltre ho stipulato con loro dei contratti nei quali sono riportate le cifre per intero senza alchimie (extra, rimborsi, spese indennità). Il che significa che se il futuro del Savoia dovesse essere nero, i loro emolumenti saranno ampiamente coperti dalla fidejussione di 600mila euro. Il budget del campionato non supera un milione di euro, vorrei proprio capire da dove esce fuori questo buco di due milioni”.

Ritorniamo per un momento alla gestione ordinaria, dopo affrontiamo la vicenda dei due milioni di euro. Come è riuscito a coprire le spese della prima parte di campionato?

“Come dissi nella famosa conferenza di dicembre, non ho mai ricevuto un solo euro dal Consorzio Stabile Segesta. Ho pagato gli stipendi da luglio ad ottobre con 250mila euro di contributi della Lega per gli under e la Legge Melandri e 11 mila euro di sponsor. A tal proposito vorrei ringraziare il Pastificio Setaro e i fratelli Schettino di Pompei. Con i 261mila che mi sono ritrovato a gestire ho fatto fronte alle spese e ai costi della squadra fino ad ottobre. Non solo: in occasione del ritiro punitivo prima della sfida contro il Cosenza ho pagato con la mia carta di credito personale sia l’albergo che il noleggio del furgone. Inoltre, voglio ricordare che proprio quando io ero amministratore è avvenuto il bonifico per la famiglia del piccolo Armandino De Sio”.

La settimana scorsa è arrivato un deferimento per la mancata documentazione dei contributi. Si sente responsabile di tale episodio?

“Assolutamente sì. Essendo l’amministratore unico in quel periodo mi assumo la colpa dell’errore commesso dal commercialista della società (Gianni De Vita, ndr) che non ha inviato in Lega la comunicazione entro il termine previsto del 16 dicembre. Per questa sanzione si rischia una forte multa o un punto di penalità, oltre ad una breve squalifica per la mia persona”.

E’ di sua competenza anche il mancato pagamento degli stipendi di novembre e dicembre?

“Le mie responsabilità finiscono con i pagamenti degli stipendi di ottobre. Non mi si può accollare, e procederò a querele in tal caso, nessun’altra responsabilità che riguardi la gestione, come affermano alcuni siti web, dei pagamenti relativi a novembre e dicembre. I pagamenti degli ultimi due mesi del 2014 andavano fatti entro lo scorso 16 febbraio, ed è ovvio quindi che la responsabilità di ciò ricade sul nuovo amministratore unico (il commercialista Alfonso Piantoni, ndr) che mi ha sostituito, avendo io lasciato l’incarico il 18 dicembre. La conferma sarà il deferimento che arriverà in futuro”.

Veniamo ora alle parole di Carruezzo che, in una recente conferenza stampa, ha parlato di un buco di oltre due milioni di euro: come se lo spiega?

“Non comprendo come si possa parlare di un debito di tale dimensioni se io ho ereditato un debito iva di 150mila euro e per il quale abbiamo ottenuto la rateizzazione. Col mio grido d’allarme di dicembre speravo che la proprietà intervenisse per immettere nella società quella liquidità di cui si aveva necessità, cioè una cifra tra i 400 e i 600mila euro. A malincuore vedo che purtroppo la situazione è peggiorata. Sull’aspetto economico c’è una cosa che voglio dire: durante la mia gestione mi sono ritrovato a non poter disporre di 80 mila euro, utilizzati dalla proprietà per saldare alcune pendenze relative alla passata gestione. Gran parte di questa cifra derivava dagli introiti di abbonamenti e incassi delle partite del campionato contro Barletta, Benevento e Lecce quindi relativi a questa stagione e che andavano utilizzati per questo campionato, non di certo per pagare debiti del campionato di serie D. Ciò è avvenuto perché i soldi sono stati depositati sul conto corrente Credem, dove operava anche Quirico Manca in qualità di precedente amministratore, e non su quello del Credito Salernitano, conto acceso per il campionato di Lega Pro e dove dovevano transitare i soldi di questa stagione sportiva”.

Infine cosa si sente di dire ai giocatori?

“Comprendo la loro amarezza e delusione rappresentata ieri da Scarpa, al quale mi lega un profondo rapporto di stima e affetto, ma nei loro confronti non essendo io il proprietario della società non mi sento di alcunché colpevole e responsabile. Penso di averli già garantiti e tutelati con i contratti federali comprensivi per intero delle somme pattuite e spettanti per l’intera gestione sportiva”. 

 

(foto Nunzio Iovene Il Cigno@rt)

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