Mario Pellerone lancia ombre sul futuro al Savoia. Dopo la sconfitta con il San Marzano, che ha decretato la permanenza in Eccellenza dei bianchi, il massimo dirigente ha tracciato un bilancio di una stagione dai due volti.

“Siamo arrivati a questa sfida molto acciaccati e con poca benzina nei serbatoi. In condizioni ottimali questa sfida senza alcun dubbio la vincevamo noi, perché dentro il petto dei nostri ragazzi batte il cuore del Savoia. Prova è che, a parte le prime due sfide di campionato, le due partite perse (avevamo qualche infortunato di troppo e abbiamo giocato in inferiorità numerica dai primi minuti) le abbiamo perse di misura. La cosa bella che voglio evidenziare è che i nostri tifosi hanno seguito la partita mischiati insieme con quelli del San Marzano senza contrasti nella completa condivisione degli spazi ma non del tifo”.

Poi il ringraziamento ai vari collaboratori, tralasciando chissà per quale motivo i vari torresi presenti all’interno come il direttore Felicio Ferraro. “La vita è un dono meraviglioso e non smette mai di sorprendermi. Quello che ho vissuto in questa avventura con il Savoia faccio fatica a descriverlo. Cosa ho trovato:

Ho trovato falsi profeti bla bla bla e pallari. Tanti pronti a dare consigli anche se nessuno li ha chiesti, pronti a far prendere aria ai denti o alle protesi dentarie. Tante promesse di super finanziatori specie da oltre Pirenei, ma si sono persi infoltendo la schiera dei tanti pallari. 

Ma ho anche incontrato persone meravigliose, ho trovato affetto, ho avuto comprensione e pazienza. Sono stato accolto come una persona di famiglia. Ho incontrato persone umili affettuose e buone. Ho avuto la grande fortuna di avere come collaboratori persone con un immenso cuore, una grande preparazione e professionalità. Poche persone ma insostituibili. Direttore Palumbo Carmine, il Mister Carannante Roberto, Cardamone Gennaro, Guerra Giuseppe, Baracchi Euro, Piscitelli Luca, Mister Lampitelli Maurizio, Vitiello Luciano. Spero nella fretta di non aver dimenticato nessuno”.

Infine, passando per il cambio di denominazione e la domanda di ripescaggio per la D e la richiesta di nuovi finanziatori, Pellerone ha lanciato ombre sul suo futuro. “La mia partecipazione, lo chiarisco subito per non creare equivoci, la garantisco solo a certe a condizioni. Se si riesce ad attivare la ristrutturazione dello stadio Giraud con consegna del manto erboso almeno a settembre e l’adeguamento per ampliare la capienza degli spettatori, almeno nella prima fase da 1000 a 3000. Se vi sarà accoglimento della domanda di ripescaggio per la D. Se potremo disputare un campionato da protagonisti. Non sono disponibile a rifare un altro campionato d’Eccellenza. Un immenso grazie a tutti i tifosi del Savoia e a tutti i Torresi per avermi onorato del vostro affetto”.

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