Qualcuno in passato si è fregiato del titolo di ‘Re di Torre’, ma forse uno solo può ambire a tale scettro. Francesco Scarpa è stato il capitano del ritorno tra i professionisti del Savoia, ma anche quello della retrocessione, seppur ingiusta, di quest’anno. A testa alta ha sempre onorato lo scudo sabaudo, a dispetto di altri che mai hanno vinto o fatto nulla da ricordare.

Il numero dieci dei bianchi si è confermato il miglior marcatore dei suoi con 10 gol, che però non sono serviti ad evitare l’addio alla serie C. Il giocatore che prima di entrare in campo baciava la ‘Vergine Bruna’ racconta un anno di amarezze, senza peli sulla lingua.

Quanto è deluso da questo campionato, dopo quello trionfale di un anno fa?

“E’ facile parlare solo quando si vince.  Questa è stata una stagione complicatissima, che ci lascia l’amaro in bocca per la decisione tardiva da parte del Coni di ridare due punti alla Reggina. Comunque penso che si debbano solo ringraziare questi ragazzi che hanno onorato la maglia del Savoia fino alla fine. Torre Annunziata non meritava tutto ciò”.

Quando ha capito che sarebbe stato un anno ‘complicato’?

“Fin dal ritiro ci siamo accorti che qualcosa non andava. Poi le continue bugie che ci sono state dette durante l’arco della regular season hanno fatto il resto”.

A gennaio stava per passare alla Salernitana. A posteriori è deluso per il mancato trasferimento?

“Ammetto che c’era un forte interessamento da parte del club di Lotito, ma la mia è stata una scelta di cuore. Sinceramente non mi pento mai delle decisioni che prendo. L’avrei presa uguale altre mille volte”.

Come si è sentito quando il presidente Manca ha offerto a lei e i giocatori il buffet al posto degli stipendi?

“Francamente umiliato. Sia io che i miei compagni speravamo di ricevere notizie positive sul nostro futuro economico e invece ci venne data quella risposta choc, che ci costrinse ad andare via del tutto basiti”.

Ha mai pensato che quel gol a tempo scaduto a Reggio Calabria poteva essere decisivo per le sorti del Savoia?

“Sì, ci penso spesso anche perché quella rete arrivava al termine di un periodo difficile. Purtroppo non è andata come speravo”.

Si è tanto parlato del suo rapporto con Aldo Papagni. Era davvero teso?

“Sono state ‘cose di campo’. Abbiamo deciso di mettere tutto da parte per il bene comune della squadra e penso che si sia visto anche in campo”.

Alle volte si è preso delle contestazioni anche ingiuste. Cosa ne pensa?

“I tifosi pagano il biglietto e possono pensare ciò che vogliono. Il mio dovere era solo quello di giocare e dare il massimo”.

Il futuro del Savoia è un’incognita, lei si sente ancora legato a questa maglia?

“E’ la mia priorità. Viene prima la mia squadra del cuore poi tutto il resto…”.

Foto Nunzio Iovene Il Cigno @rt

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