Questa mattina tredici consiglieri comunali hanno rassegnato le proprie dimissioni dalla carica dinanzi ad un notaio con studio ad Angri, ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, sancendo di fatto la fine immediata della consiliatura e, quindi, la sfiducia del Sindaco Cristoforo Salvati. Nella stessa mattinata di oggi, con nota prot. n. 3270, il documento con le firme dei tredici consiglieri dimissionari è stato acquisito al protocollo dell’ente. 

“Mi hanno mandato a casa – ha dichiarato il Sindaco Cristoforo Salvati - perché sono una persona perbene. Ne prendo atto rimettendo il mio mandato nelle mani dei cittadini di Scafati, che avranno modo e tempo di valutare, decidere, scegliere. Ho lavorato fino ad oggi unicamente per il bene della città, sacrificando le mie giornate, il mio lavoro, la mia famiglia. E non mi pento affatto. Ho la coscienza pulita. So che, insieme ai miei consiglieri di maggioranza ed insieme alla mia Giunta, avevamo imboccato la strada giusta per garantire agli scafatesi un futuro migliore. All’atto dell’insediamento avevamo ereditato una città allo sbando, un ente sommerso dai debiti, che non riusciva più a garantire neppure i servizi minimi essenziali. Con coraggio e con estrema difficoltà siamo riusciti pian piano a risollevare le sorti di questo territorio mettendo in moto una serie di procedure insabbiate ormai da anni, per avviare quel processo di rinascita del territorio atteso da tempo".

"Non credo sia un caso che proprio mentre stavamo attuando i progetti per la città, a partire dal Polo scolastico, il cui cantiere è stato aperto qualche settimana fa, e dalle opere di urbanizzazione del Pip, bloccate da circa trent’anni, è stata aperta una nuova crisi politica, determinata dalla stessa mia maggioranza. Qualcuno voleva, insomma, bloccare questo processo di rinascita del territorio. Per tre anni ho cercato di mantenere compatta la mia maggioranza, mediando, aprendo al confronto, consentendo anche a qualcuno di tirarmi la giacca. L’ho fatto sempre nell’interesse del paese, perché convinto che questa città meritasse una stabilità politica per rinascere dopo gli anni difficili dello scioglimento della precedente amministrazione per infiltrazioni camorristiche prima e per la successiva fase commissariale. Non posso più accettare ricatti politici, non posso scendere a compromesso con chi ha sempre chiesto incarichi in cambio del proprio sostegno in Consiglio comunale".

"Non posso più sacrificare la mia dignità di uomo e rappresentante delle istituzioni per continuare ad amministrare, nella consapevolezza, tra l’altro, di non poter più contare su una maggioranza coesa e affidabile. Per questo, prendo atto delle dimissioni presentate, rimettendo il mio mandato nelle mani dei cittadini di Scafati. Non temo il voto. Affronterò la prossima campagna elettorale con la certezza di aver fatto il mio dovere per la città e la consapevolezza di essere una persona perbene, onesta, rispettosa delle istituzioni e dei miei cittadini”.

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