Scandalo agli scavi di Pompei, offesa coppa gay: “Arrivano i ricchioni”
La denuncia di Pride Vesuvio Rainbow. "Episodio inaccettabile"
28-08-2022 | di Redazione
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Coppia di ragazzi omosessuali offesi agli scavi di Pompei . E’ questa la denuncia arrivata da Pride Vesuvio Rainbow, tramite il presidente Antonello Sannino. La vicenda è stata subito resa nota da parte dell’associazione, da sempre vicina ai diritti della comunità Lgbtq+.
“Purtroppo riceviamo e immediatamente rendiamo pubblica, l'ennesima segnalazione di ordinaria omofobi -fanno sapere tramite una nota- A Pompei, una coppia di ragazzi omosessuali, all'ingresso del Parco archeologico, registra una volgare e immotivata offesa omofobica. Un dipendente del parco (o forse una guida, ma comunque fornita di distintivo identificativo), in un confronto con altri dipendenti, avrebbe detto ad un collega, testualmente:" prepariamoci arriva una nave di ricchioni", facendo riferimento ai turisti in arrivo a Pompei da un crociera gay friendly, ferma nel porto di Napoli. Alla richiesta di scuse da parte dei due ragazzi, la persona di cui sopra si è rifiutata sostenendo che è una usanza locale parlare di ricchioni”.
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Poi hanno aggiunto. “Non è accettabile che in un luogo simbolo dell'arte e della cultura italiana nel mondo, il parco archeologico dell'antica città di Pompei, una dipendente possa comportarsi in questo modo incivile e non professionale. La nostra associazione, Pride Vesuvio Rainbow, nel fornire piena assistenza e solidarietà ai due ragazzi vittime di questo increscioso episodio, si è già attivata per avere un incontro con la Sovrintendenza del parco archeologico di Pompei, al fine di confrontarsi sull'accaduto e soprattutto perché siano adottati provvedimenti e misure affinché quanto successo non debba più ripersi in futuro.
L'episodio ci spinge a sollecitare la Regione Campania nel porre a pieno regime la legge regionale contro l'omotransfobia, a partire dalla costituzione dell'Osservatorio regionale contro i crimini d'odio legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere, previsto dalla legge e non ancora operativo”.
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