Esumazioni illegali per favorire l'interramento di defunti vicini ad amministratori comunali e, in un caso, a un appartenente all'Arma dei Carabinieri. E' quanto emerso dall'inchiesta della Procura di Torre Annunziata sul cimitero di Pompei, che ha portato all'esecuzione di 9 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati, tra i quali figura anche l'ex sindaco di Pompei Claudio D'Alessio. A partire dall'agosto 2011, secondo i pm, si sarebbero effettuate numerose operazioni di esumazione di defunti, senza attendere il decorso dei 10 anni previsti dalle norme di polizia mortuaria nazionali e comunali e senza rispettare le procedure di legge in materia di esumazione infradecennale. In particolare, tre degli indagati addetti alla struttura cimiteriale e un interratore avrebbero dato vita a un'associazione a delinquere finalizzata al compimento delle esumazioni "contra legem", alla corruzione, al falso materiale e al vilipendio di cadavere, con vendita di numerosi loculi a privati cittadini ricevendo somme di denaro oscillanti tra i 2mila e i 3mila euro, predisponendo inoltre falsi contratti di concessione. I casi sui quali si è concentrata l'indagine sono riferibili alla gestione del servizio cimiteriale da parte del Comune, prima dell'esternalizzazione dello stesso avvenuta nel mese di maggio 2013, ma sono emersi anche due distinti episodi, di induzione indebita a dare utilità e il secondo di corruzione, avvenuti durante la gestione del servizio da parte della società Mirca, affidataria del servizio da maggio 2013 al 16 gennaio scorso, quando la nuova Giunta comunale del sindaco Nando Uliano ha revocato il contratto. 

Secondo quanto ricostruito, il gestore dei servizi cimiteriali, in violazione del regolamento di polizia mortuaria e di tutte le norme che disciplinano in materia, in conseguenza delle pressioni esercitate da alcuni amministratori comunali avrebbe autorizzato operazioni cimiteriali non legali allo scopo di favorire l'interramento di defunti appartenenti a soggetti vicini agli amministratori in una zona del cimitero particolarmente ambita. Per consentire ciò, sarebbe stato messo in moto un meccanismo di intermediazione e pressione per indurre il gestore a effettuare un'esumazione infraquinquennale di salme, al fine di liberare il posto per l'inumazione dei defunti segnalati. Nel contempo, e al fine di occultare i favoritismi fatti ai politici, lo stesso gestore avrebbe dato corso ad operazioni vietate anche a favore di un appartenente alle forze dell'ordine in cambio del suo silenzio.

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