Dietro compenso di denaro hanno consentito a circa 300 cittadini brasiliani, tra cui calciatori militanti nelle massime divisioni dei campionati italianofrancese e portoghese, di ottenere la cittadinanza italiana in virtù dello “Ius Sanguinis”, senza però avere i requisiti previsti dalla legge e aggirando i vincoli di tesseramento previsti dalla normativa.

Bastava qualche migliaio di euro per ottenere una cittadinanza italiana. A procacciare i clienti era un titolare di un’agenzia di pratiche amministrative di Terni, l'italo-brasiliano Luis Sonda Vanderlei, di 43 anni. Le pratiche, invece, le istruiva un dipendente comunale di Brusciano, Michele Di Maio, 57 anni, sospeso l'anno scorso dal sindaco della città. La maggior parte dei 300 sudamericani ha utilizzato una residenza fittizia nel comune del Napoletano, anche in abitazioni occupate da ignari inquilini. Alcuni brasiliani hanno ottenuto illegalmente la cittadinanza risultando residenti nella casa di Di Maio, la stessa dove ora si trova agli arresti domiciliari. Vantando parentele italiane, non dimostrate, ottenevano la cittadinanza. In questa maniera era possibile aggirare, per quanto riguarda la serie A calcistica, le norme che limitano l'ingresso in squadra di calciatori extracomunitari. Con questo sistema, inoltre, secondo l'ipotesi investigativa, si riusciva anche a soddisfare la quota fissa di giocatori italiani che la Figc ha imposto alle squadre, approvando uno specifico regolamento lo scorso anno.

L'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti dei due indagati, eseguita stamattina dai Carabinieri, è stata emessa dal Gip del Tribunale di Nola su richiesta della Procura della Repubblica locale: sono accusati, a vario titolo, di corruzionefalso ideologico e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

C'erano anche marche da bollo false sui documenti inseriti nelle pratiche riferibili ad alcuni brasiliani che hanno ottenuto illecitamente la cittadinanza italiana. Nel corso di una perquisizione, Michele Di Maio sarebbe stato trovato in possesso di 23 marche, 21 delle quali sono risultate contraffatte e dello stesso tipo di quelle trovate sulla documentazione sequestrata. Di Maio, comunque, poteva anche non sapere che si trattava di valori bollati contraffati e, infatti, in merito a questa circostanza, non gli viene contestato alcun reato. Coloro che hanno ottenuto la cittadinanza italiana illecitamente, è inoltre emerso dalle indagini, grazie all'assenza di controlli sulla residenza, arrivavano in Italia il tempo strettamente necessario per il disbrigo delle formalità burocratiche, circa un paio di giorni, per poi fare rientro nei loro paesi di origine, prevalentemente il Brasile, dove attendevano il rilascio del certificato di cittadinanza. Tra il materiale informatico sequestrato figura anche un file Word dove sono stati annotati i nomi di moltissimi cittadini che sono diventati italiani a Brusciano malgrado le macroscopiche carenze documentali.

Tra chi è riuscito ad ottenere illecitamente la cittadinanza italiana ci sarebbero anche giocatori brasiliani che militano in serie A ed in campionati esteri, come il Monaco, attualmente primo in classifica nella Ligue 1 francese, l’Atletico Mineiro in Brasile, il Gil Vicente in serie B portoghese ed il Palermo nella serie A italiana. Nell’elenco delle squadre coinvolte ci sarebbero anche società brasiliane minori, come lo Sporting Club Internacional (serie A Brasile) e del Red Bull (serie B). Sarebbero 10 i giocatori extracomunitari, a maggioranza brasiliani, che giocano in squadre che militano in diverse serie di “futsal”, calcio a 5.

I calciatori professionisti nel mirino dell’inchiesta sarebbero Bruno Henrique (Palermo) Gabriel Boschilia (Monaco), Silva Eduardo Henrique (Atletico Mineiro) Colcenti Antunes Eduardo e Ferrareis Gustavo Henrique (Sporting Club Internacional),  Dos Reis Lazaroni Guilherme Henrique(Red Bull) e Vancan Daniel (Gil Vicente).

Per quanto riguarda il calcio a 5, i giocatori coinvolti sarebbero Luan Felipe Fiuza, Mateus Neuhaus Garcia, Pedro Henrique Figliero da Silva, Lucas Baroni, Guillherme Arruda Zonta e Fortuna de Lemos Tiago, militanti nel Kaos Futsal di Ferrara (Serie A); Luis Felipe Naibo Turmena del Real Rieti (serie A); Sebastian Rosa Matias del Pescara (serie A); Henrique Urio Marcelo del Real Rogit (serie B); infine Giovanni Darelli del Ferrentino (serie B). 

Il sindaco di Bruciano, Giuseppe Romano, ha così dichiarato all’Ansa: “Il giorno dopo l'arrivo dei carabinieri in comune, nel luglio del 2016, ho provveduto personalmente all'immediata sospensione dell'impiegato". Romano ha voluto sottolineare che alla rimozione dell'impiegato è seguita anche quella di tutti gli altri lavoratori di quell'ufficio: "Ho rimosso il responsabile e tutti gli altri impiegati, assegnandoli ad altre mansioni. Contestualmente da quel giorno - dice ancora il primo cittadino - ho anche avviato un'indagine interna analizzando tutte le pratiche sottoposte all'ufficio anagrafe nel periodo in cui la persona arrestata vi ha lavorato. Oggi, con le notizie del coinvolgimento di alcuni giocatori professionisti che hanno ottenuto illecitamente la cittadinanza, - conclude Romano - ho capito e compreso la cautela e la blindatura delle notizie adottata fin dal 2016 dagli investigatori”.

Interpellato da Ansa, il calciatore del Palermo Henrique si dichiara "estraneo ai fatti e a disposizione per fornire tutta la documentazione necessaria a supporto della mia estraneità". Bruno Henrique Corsini fa sapere di avere un fratello cittadino italiano da anni e a lungo azzurro della nazionale di calcio a cinque. Henrique inoltre si riserva di agire per la tutela dei propri diritti e della sua immagine nelle competenti sedi giudiziarie e nutre completa fiducia negli organi inquirenti affinché possano svolgere un accertamento completo dei fatti.

Dal Brasile, il manager Augusto Nogueira - che rappresenta due dei giocatori professionisti finiti nella lista dei carabinieri, Eduardo Colcenti Antunes e Gustavo Henrique Ferrareis dello Sporting Club Internacional (Serie A Brasile) - tutto il processo per ottenere la cittadinanza italiana è stato regolare.

La società di calcio a cinque di Ferrara Asd Kaos Futsal comunica attraverso una nota diffusa dalla dirigenza di essere "estranea ai fatti citati, di non conoscere i termini della vicenda e di non avere avuto alcun rapporto con i soggetti coinvolti nell'inchiesta". Ferma condanna e volontà di andare a fondo da parte del presidente della Divisione Calcio a 5 Andrea Montemurro: “Prendiamo atto della notizia con stupore- Pertanto, seguiremo con attenzione l'evolversi della vicenda e restiamo a disposizione per ogni collaborazione con gli organi preposti".

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