"Sono graniticamente convinto della correttezza del mio operato e ciononostante (anzi, forse proprio per questo) non ho mai rivolto 'parole forti', tanto in pubblico, quanto in privato, nei confronti della Procura della Corte dei Conti. Ho massimo rispetto per chi, facendo il proprio lavoro, sta oggi indagando nei miei confronti. Ed il mio senso di rispetto per le istituzioni, anche giudiziarie, e' semmai rafforzato dalla mia stessa serenita'".

Lo afferma, in una nota, Marcello Fiori smentendo quanto riportato dall'articolo 'Il Procuratore Cottone: Pompei non finisce qui', firmato da Conchita Sannino e pubblicato su 'La Repubblica' edizione di Napoli, nel quale verrebbero attribuite all'ex commissario straordinario dell'area archeologica di Pompei 'parole forti' nei confronti della Procura Regionale della Corte dei Conti. "Piuttosto, ma e' questione radicalmente diversa - continua Fiori -, nell'incontro con i giornalisti del 4 marzo scorso ho dovuto sottolineare che il provvedimento di sequestro richiesto nei miei confronti non aveva comportato il rinvenimento presso di me di beni per 6 milioni (titolo invece utilizzato da molti quotidiani). Io non ho mai avuto simili disponibilita' e credo fosse mio pieno diritto intervenire per arginare l'equivoco che si stava generando. Il sequestro - prosegue - ha riguardato un conto corrente di 26 mila euro, meta' dei quali non miei ma della mia attuale moglie, ed un terreno agricolo incolto (ereditato) purtroppo di scarsissimo valore".

"Ripeto: sono convinto di poter dimostrare la mia piena correttezza. Per contro, affermazioni o espressioni del tipo di quelle attribuitemi da La Repubblica - ma che non sono mie - rischiano di alimentare una contrapposizione che non mi appartiene", conclude Fiori.

Sondaggio


Risultati



Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"