Scarse condizioni di sicurezza e salute. Dopo i tentativi di conciliazione andati a vuoto, l’ultimo dei quali effettuato il 22 luglio scorso, scoppia la protesta dei lavoratori del Parco Archeologico di Pompei. Proclamato lo sciopero per il 20 settembre prossimo, in concomitanza con il G7 che si svolgerà a Pompei. La serrata è stata decisa da tutti i dipendenti di Opera Laboratori Fiorentini, addetti agli scavi.

La decisione è stata presa per tutte le “criticità irrisolte riguardanti la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro” più volte denunciate dai sindacati e la mancata adozione di idonee misure di prevenzione dei rischi per i lavoratori.

Ma non solo. La protesta è scoppiata anche per la volontà dimostrata dal Ministero della Cultura di mantenere i lavoratori di Cobas Lavoro Privato in una situazione di precarietà e “continuare ad abusare del lavoro in appalto con la pubblicazione di un nuovo bando di gara per l'affidamento dei servizi museali integrati del Parco Archeologico di Pompei che, oltretutto, prevede un sottoinquadramento delle maestranze”, hanno spiegato i sindacati. “Nonostante i numeri impressionati derivanti dagli incassi e dai fondi europei stanziati – hanno aggiunto - riteniamo ingiustificata l’esternalizzazione dei servizi pubblici essenziali del parco, che comporterà un probabile danno erariale ed amplificano disparità di trattamento economico, di diritti e di condizioni di lavoro rispetto ai loro colleghi dipendenti pubblici”.

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